Editoriale del n. 17 di Famiglia Cristiana
Le incomprensioni con l'Unione europea sul “caso Lampedusa”.
La scorsa settimana si è chiusa con un giudizio: se l’Europa si comporta così, «meglio dividerci» (Berlusconi). Quella successiva si è aperta con il confronto fra i ministri degli Interni dei 27 Paesi dell’Unione europea impegnati sul “caso Lampedusa”, sui quali incombe un altro giudizio emerso nel frattempo: un permesso di “soggiorno temporaneo” in uno dei Paesi non vale per consentire il libero passaggio delle frontiere previsto dal Trattato di Schengen per i cittadini europei (Cecilia Maelstrom, commissaria Ue per l’Immigrazione).
Questi due giudizi contrapposti definiscono come meglio non si potrebbe una situazione angosciosa non solo per il nostro Paese.
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"Primopiano" di Famiglia Cristiana.
La politica dei muri per sbarrare il passo allo straniero, alla lunga, non rende.
Civiltà e imperi nel Mediterraneo nell’età di Filippo II è il grande affresco dello storico francese Braudel dedicato al “Mare Nostrum”. Quelle pagine ci dicono, ancora oggi, cos’è stato questo “grande lago” della storia per secoli: lo spazio della coabitazione di civiltà e religioni, il crocevia di popoli provenienti da diversi continenti.
Ma in questi giorni il Mediterraneo torna a essere “Mare Monstrum”: inghiotte imigranti partiti dal Maghreb e diretti in Europa. È un Leviatano che continua a divorare i nostri fratelli: uomini, donne e bambini. Un’ecatombe che è la vergogna dell’Europa. E che sembra non avere fine. Così come non si fermano gli sbarchi a Lampedusa, nonostante il Governo abbia provato a “ripulirla”.
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