giovedì 7 aprile 2011

Giornata di lutto e di silenzio per la tragedia al largo di Lampedusa

Giornata di lutto e di silenzio. Nel mare sono naufragate le vite e le speranze di troppa gente che cercava pane scappando dalla guerra. Che fosse la guerra di Gheddafi o quella della miseria, poco importa. Sia di silenzio questa giornata per riflettere sulle responsabilità di ciascuno. Sia di preghiera. Se ne conoscessimo i nomi uno per uno e poi le storie, avremmo l’indignazione e il pianto. E forse chiederemmo perdono. Naufraghi nelle nostre coscienze. (Tonio Dell'Olio da "Mosaico dei giorni" di oggi)

Emergenza Nord Africa: l'impegno della Caritas


Leggi l'intervista a mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas (pdf)

Leggi anche l'intervista a mons. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento: «Morti che pesano sulla coscienza di tutti»

Guarda lo spazio di approfondimento del Tg3 di oggi dedicato proprio all'emergenza umanitaria all'indomani dell'immane tragedia in mare, in collegamento con Chiara Saraceno e Laura Boldrini FUORI TG (video)

Ora sappiamo la «verità» sull’immigrazione. Credevamo di saperla anche prima, ma era una bugia... Ora sappiamo che non scappano da una vita misera. Scappano dalla morte, e attraversano la morte pur di scappare...Leggi tutto: La legge della disperazione

L'ultimo tratto della traversata è il cimitero per migliaia di migrantiLeggi tutto: Quella fossa comune sotto il Canale di Sicilia

... I profughi che arrivano alle nostre coste e alle nostre isole appartengono a questi esclusi a priori, a questi corridori nella corsa della vita condannati a partire quando gli altri sono quasi già arrivati e quindi perdenti già prima della gara...Leggi tutto: Un dolore senza nome

Centinaia di morti annegati. L’ultima tragedia del mare, del mare "nostro", divenuto troppo spesso negli ultimi anni una azzardata via di scampo verso la speranza a prezzo del rischio di morte, adesso chiede forse qualcosa di più del pianto e del raccapriccio. Leggi tutto: L’insidia più estrema

È il modo più facile per imparare il mare, fare il morto. Alcuni sono scampati perfino al deserto così, facendo il morto. Avvistati dall´alto degli elicotteri e degli aerei, "non sollevano il braccio", dicono i soccorritori. Non fanno il morto, sono morti, a centinaia. Si sono aggiunti alle migliaia cui il Mediterraneo dei nostri anni fa da fossa comune.Leggi tutto: 400 dollari per morire

... In fondo se ogni porzione di territorio si prendesse in carico alcune di queste persone, si raggiungerebbero numeri affrontabili senza troppo sacrificio. Se riuscissimo a mettere in moto questa grande operazione politica, in grado di parlare alla gente e farla uscire dalla paura del diverso, dalla paura che ci attanaglia a ogni angolo, daremmo l´esempio più grande che possiamo dare. Coscienti che tanta della nostra economia vive del loro lavoroLeggi tutto: Un impegno di tutti a ospitare i migranti

La Chiesa segue "con viva apprensione" l'ultima "emergenza" da immigrazione, segnata dalla "tragedia di centinaia di morti in mare", con il "Mediterraneo che rischia di diventare cimitero di un popolo in fuga". Lo spiega il segretario della Cei, mons. Mariano Crociata, segnalando "la resistenza di alcune parti della opinione pubblica del Paese... soprattutto del centro e del nord, a condividere il carico" dell'ondata di immigrati. "La prospettiva dell'ospitalità - denuncia il presule - rischia di dividere l'Italia, pochi giorni dopo che abbiamo celebrato i 150 anni dell'unità d'Italia". Mons. Crociata è intervenuto sulla immigrazione davanti alla Commissione presbiteriale italiana.Leggi tutto: Sbarchi dal Nord Africa, le reazioni ecclesiali