sabato 26 marzo 2011

Emergenza Lampedusa/2

Fotogrammi che fanno il giro del mondo. Immortalano centinaia di uomini accampati con tende e fuochi su una collina come fossero apaches; fermano l’immagine di decine e decine di ragazzini tunisini che dormono per terra avvolti in giacche a vento e teli.

Fotografano l’isola di Lampedusa ridotta a pattumiera, migliaia di buste di plastica portate via dal vento, puzza ed escrementi ovunque, l’odore acre della creolina nei luoghi pubblici trasformati in dormitori. Tv francesi, tedesche, americane, canadesi... I cameramen si fregano le mani: come per Napoli e la monnezza. Non è una gran figura, a volerla dire con qualche ottimismo. E nei tinelli e nei salotti di Lione o di Los Angeles qualcuno, certo, si starà chiedendo com’è possibile che un civilissimo Paese occidentale, la settima od ottava potenza del mondo, una comunità di sessanta milioni di persone, insomma, non riesca ad accogliere (in maniera cristiana, verrebbe da dire...) poche migliaia di migranti. Se lo chiedono in mezza Europa. E forse sarebbe ora di cominciare a chiederselo anche da noi.
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Guarda i video:
Una notte nell'isola lager di Lampedusa
I ragazzi dell'isola cucinano il cous cous per i tunisini

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A Lampedusa è di scena l’umanità
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