domenica 23 gennaio 2011

Vergogna, indignazione, penitenza, conversione...

L'indignazione è un moto dell'animo nutrito dal senso di vergogna, un'emozione fondamentale nella fenomenologia dell'etica sociale. Come altre emozioni, la vergogna è "generativa di comportamento" in quanto mette in moto sentimenti, come l'indignazione e la colpa, che agiscono direttamente sulla volontà: per alleviarli si è portati a giustificare la proprie azioni e infine a reagire. Se l'emozione della vergogna è in se stessa non razionale, la serie di sentimenti e azioni che alimenta sono dunque di tipo strategico: le forme con le quali l'individuo che si vergogna agisce sono propositi razionali volti a rimediare il misfatto che ha generato vergogna...

...Qual è dunque lo specifico dell'indignazione? Quale funzione può svolgere nella società del capitalismo globale postfordista?
L'indignazione si mescola ad altri sentimenti scatenati dall'ingiustizia, come l'odio e la rabbia. Rispetto a queste emozioni, spiccatamente difensive, irriflessive e distruttive, l'indignazione è sottilmente diversa. Definita come "condizione spirituale caratterizzata da vibrante sentimento verso qualcosa che si ritiene riprovevole e ingiusto" - indegno, appunto - presuppone il sentimento confuso, se non ancora la speranza, di qualcosa di diverso, un ideale di giustizia...
 
In attesa del Consiglio permanente della Cei, che si aprirà lunedì prossimo, anche i vescovi hanno cominciato a parlare. Monsignor Forte e monsignor Bregantini hanno detto parole coraggiose e lungimiranti. Avvenire domanda buoni esempi. Il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone ha parlato di moralità giustizia e legalità, dicendo di condividere il turbamento del presidente Napolitano.
Toni e sfumature diverse, ma certo lo scandalo è grande...