A quattro anni dalla partenza per le sue «grandi vacanze» (22 gennaio 2007), il ricordo dell’Abbé Pierre è ancora molto vivo. In Italia e nel mondo. Certo, la presenza più solida e più viva sono le sue 340 comunità e gruppi sparsi in Africa, Americhe, Asia ed Europa (14 in Italia) che cercano di vivere e testimoniare il messaggio dell’Abbé Pierre, oltre al limite della «logica», «perché non bisogna essere perfetti per cominciare qualcosa di buono». Da un capo all’altro della terra, Emmaus era per lui la prova che l’Amore portato a Dio passa attraverso l’amore agli Uomini, indissociabilmente. Senza «se» e senza «ma».
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Il 22 gennaio sarà il quarto anniversario della morte dell’Abbè Pierre il fondatore del nostro movimento e una delle persone che si è più impegnata in prima linea nella lotta alla miseria e alla sofferenza in tutte le sue forme e in ogni luogo. Anche a distanza di anni ci risuona nelle orecchie il suo invito incessante a continuare a lavorare per le sofferenze ed i diritti dei più deboli e dei più poveri. Tante sono le sue azioni, le sue prese di posizione, le sue provocazioni, le sue sollecitazioni che ci interpellano quotidianamente e che lo fanno sentire vivo in mezzo a noi. E’ sorprendente come molte di queste provocazioni siano quanto mai attuali ed in particolare alcune ci stimolano a prendere posizione rispetto ad una situazione di degrado sociale sempre più dilagante. Tra queste provocazioni quella che anche a noi non lascia scampo è quella che dice “non basta essere buoni”...
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