È morto ieri mattina per complicazioni legate all’ipertensione e al diabete di cui soffriva e che il 12 Gennaio scorso avevano portato al suo ricovero in un ospedale di Città del Messico, monsignor Samuel Riuz Garcia, vescovo emerito di San Cristóbal de las Casas, in Chiapas. Premiato nel 2002 dalla giuria del Premio internazionale per i diritti umani, istituito nel 1978 dall'Unesco, e candidato nel 1994 al premio Nobel per la Pace per il ruolo di mediazione svolto tra il governo messicano e l’insurrezione zapatista dell’Ezln (Esercito zapatista di liberazione nazionale), monsignor Ruiz è stato più volte definito il vescovo “degli indios e dei poveri”...
Officiando la messa in omaggio di Samuel Ruiz organizzata nella cappella del Cuc, il vescovo di Saltillo, Raúl Vera, ha ricordato come “tatic (padre in lingua tzotzil, ndr) Samuel ha sempre avuto occhi per vedere l’immagine di Dio in ognuno dei suoi fratelli e sorelle”.
Ora che la sua Pasqua si è compiuta, ci sentiamo inevitabilmente un po’ orfani, ma anche terribilmente responsabilizzati, dall’aver incrociato sul nostro cammino un autentico profeta. Per questo, col groppo che serrava la gola di Eliseo, mentre vedeva rapire in cielo il suo maestro, anche noi vorremmo urlargli: «Tatic, lascia qui due terzi del tuo spirito!».
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