«Rivolgiamo un accorato appello al Santo Padre affinché possa pregare, intercedere, spendere parole in favore di Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte ingiustamente per blasfemia».
È questo l’appello lanciato, attraverso l’agenzia vaticana Fides, da monsignor Bernard Shaw vescovo ausiliare di Lahore, la diocesi dove si è registrato il caso di Asia Bibi, la prima donna pakistana cristiana condannata a morte per blasfemia. «Chiediamo - aggiunge monsignor Shaw - che le venga garantito il perdono e sia liberata. Invitiamo la comunità internazionale ad alzare la voce, fare pressioni e operare a tutti i livelli per la salvezza della donna, che è un’innocente. Diciamo a tutte le madri pakistane: Asia è una mamma come voi, difendetela, non lasciate che i suoi figli diventino orfani».
Leggi tutto: Asia Bibi, cristiana condannata a morte in Pakistan: si mobilitano i vescoviÈ questo l’appello lanciato, attraverso l’agenzia vaticana Fides, da monsignor Bernard Shaw vescovo ausiliare di Lahore, la diocesi dove si è registrato il caso di Asia Bibi, la prima donna pakistana cristiana condannata a morte per blasfemia. «Chiediamo - aggiunge monsignor Shaw - che le venga garantito il perdono e sia liberata. Invitiamo la comunità internazionale ad alzare la voce, fare pressioni e operare a tutti i livelli per la salvezza della donna, che è un’innocente. Diciamo a tutte le madri pakistane: Asia è una mamma come voi, difendetela, non lasciate che i suoi figli diventino orfani».
Asia Bibi è una povera contadina del Punjab, 37 anni, cinque figli, una vita di lavoro e fatica nei campi di un latifondista di Ittanwali, est del Pakistan. Oltre ad essere donna, contadina e pachistana, ovvero figlia di un Paese che ai problemi della povertà assomma quelli dell´integralismo islamico, Asia ha un´altra particolarità: è cristiana, seguace di una delle chiese protestanti portate nel sub-continente ai tempi del colonialismo inglese.
Leggi tutto: Pakistan, accuse di blasfemia a morte la Sakineh cristiana La preghiera a cui chiamano i vescovi non è una iniziativa “umanitaria”. Altre devono essere iniziative di quel genere. Umanitarie, politiche, diplomatiche, perché si metta fine allo strazio. La preghiera è l’iniziativa dell’uomo realista, dell’uomo che sa che il destino non è nelle nostre sole mani. E allora si apre nel grido, nella supplica, nella invocazione a Dio. La preghiera è l’iniziativa dell’uomo che sa come stanno le cose. Che si affida certo alle possibilità della politica e della diplomazia. Ma si affida anche e soprattutto a Dio. Perché solo Dio può accogliere e dare una giustizia smisurata, un abbraccio senza confini, eterno, all’innocente che ha versato il sangue. E ai suoi che lo piangono. E solo Dio può toccare il cuore delle vittime e dei carnefici.
Leggi tutto: Per le vittime e anche per i carnefici
Salviamo Asia Bibi - Campagna di solidarietà promossa da TV2000