giovedì 2 settembre 2010

Le dimissioni di mons. Marchetto

Monsignor Agostino Marchetto, dispiaciuto per queste sue improvvise dimissioni? «Quando si lascia un lavoro svolto per tanti anni c´è sempre una certa amarezza. Capita a tutti. Era dal 2001 che ero segretario del Pontificio Consiglio dei migranti, un incarico che ho svolto con passione e dedizione. Più che un lavoro è stata una missione che mi ha portato a condividere uno dei più grandi drammi dei nostri tempi, i movimenti migratori delle popolazioni in difficoltà troppe volte vittime di ingiustizia, sfruttamento, violenze. Peccati gravissimi che ogni uomo, specialmente se è un uomo di Chiesa, non deve mai tollerare»...

«Sì, è vero - risponde - a volte ho avuto l’impressione di essere un po’ solo. Ma questo faparte della vita di ciascuno di noi. Quando si affrontano dei compiti e ci si misura con la propriacoscienza, quando ci si deve assumere delle responsabilità e bisogna prendere delle decisioni anchecon dichiarazioni personali, può accadere di trovarsi un po’ soli. Ma la mia decisione – insiste- nonè stata presa per questo. In fondo si è sempre un po’ soli. Molte volte - riconosce -non ho sentitodietro a me molti altri che mi seguivano...

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... Nella relazione che avrebbe dovuto tenere mercoledì A Bogotá, monsignor Marchetto intendeva denunciare il fatto che «un numero sempre crescente di Paesi tende ad adottare politiche e strumenti normativi che hanno un approccio volto a ridurre forme di irregolarità, tralasciando invece quella necessaria azione preventiva o almeno volta a ridurre abusi nei confronti dei migranti». Ed esprimere così la «grande preoccupazione» della Chiesa per la tolleranza che di fatto viene mostrata riguardo «alla tratta di esseri umani e all'industria legata all'introduzione irregolare di migranti, la cui consistenza appare crescente pur in presenza di articolate legislazioni e strategie di contrasto». Al II Forum Internazionale su Migrazione e Pace, in programma a Bogotá fino al 3 settembre, il prelato voleva anche ricordare il rapporto tra sottosviluppo e emigrazione rilevando che tra «il Nord e il Sud del mondo c'è un divario netto, evidente altresì in termini demografici oltre che strutturali, economici e di programmazione dello sviluppo, che motiva in larga misura i flussi migratori, giungendo finanche a farli ritenere ancora limitati»...

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Ascolta l' intervista a Giuseppe Di Leo sulle dimissioni di Monsignor Agostino Marchetto