mercoledì 7 luglio 2010

EMERGENZA UMANITARIA - PROFUGHI ERITREI IN LIBIA

Circa 250 profughi eritrei e somali sono stati deportati e da giorni sono rinchiusi in condizioni disumane in un carcere nel Sud del deserto libico. Non possono esercitare i loro diritti di richiedenti asilo e rifugiati e subiscono maltrattamenti fisici e psicologici.

Ascolta il bel servizio di radio vaticana "Al di là della notizia" : Libia, profughi dietro le sbarre

"Siete stati fortunati a prendere solo tante bastonate. Avete infranto la legge libica e questo non è accettabile. Potevate pagare con la vita quello che avete fatto, senza neanche il processo". Sono le parole del direttore del carcere di Al Braq, 75 chilometri a sud di Sebah, temutissimo centro di detenzione in mezzo al deserto dove, dal 30 giugno scorso, sono assiepati tra gli altri 250 cittadini eritrei, fra i quali ci sono 18 donne e bambini, arrivati lì dopo un viaggio di 12 ore in un camion-container infuocato dal sole, senza acqua né cibo e con temperature fino a 50°

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«Ci torturano a tutte le ore, ci insultano e ci picchiano. Prima eravamo in un centro di detenzione, a Misurata. Alcuni di noi erano stati arrestati perchè già abitavano in Libia, altri sono stati respinti dall’Italia lo scorso anno. Anche se avevano il diritto di essere accolti come rifugiati sono stati respinti». Torna a farsi sentire la voce degli eritrei di Brak, ormai allo stremo delle forze, detenuti da quattro giorni sotto il sole cocente del deserto libico.

Leggi tutto: «Aiuto, stiamo morendoPortateci via dalla Libia»

Il nostro precedente post del 3 Luglio Salviamo quelle vite