Le scuole con i loro studenti-bambini e gli insegnanti sono sempre più spesso bersaglio di attacchi, nelle guerre in corso. Guerre e conflitti armati che, anziché diminuire, aumentano: 32 nel 2007, sono saliti a 39 nel 2008(1).
E’ quanto emerge dal rapporto di Save the Children “Il futuro è adesso”, diffuso a conclusione della Campagna “Riscriviamo il Futuro”, lanciata dall’organizzazione internazionale nel 2006, per garantire istruzione ai bambini in paesi in conflitto o post conflitto.
Secondo il nuovo rapporto, azioni violente nei confronti di alunni ed edifici scolastici in aree colpite da conflitti armati sono in aumento perché le scuole sono sempre più spesso viste da eserciti e gruppi combattenti come bersagli semplici e allo stesso tempo di alto valore simbolico. Inoltre per un numero ancora importante di minori, la scuola è un diritto negato poiché le guerre costringono milioni di bambini a lasciare le proprie case e villaggi e a vivere da profughi e sfollati.
E’ quanto emerge dal rapporto di Save the Children “Il futuro è adesso”, diffuso a conclusione della Campagna “Riscriviamo il Futuro”, lanciata dall’organizzazione internazionale nel 2006, per garantire istruzione ai bambini in paesi in conflitto o post conflitto.
Secondo il nuovo rapporto, azioni violente nei confronti di alunni ed edifici scolastici in aree colpite da conflitti armati sono in aumento perché le scuole sono sempre più spesso viste da eserciti e gruppi combattenti come bersagli semplici e allo stesso tempo di alto valore simbolico. Inoltre per un numero ancora importante di minori, la scuola è un diritto negato poiché le guerre costringono milioni di bambini a lasciare le proprie case e villaggi e a vivere da profughi e sfollati.