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martedì 20 giugno 2017

Papa Francesco a Bozzolo e a Barbiana in preghiera sulle tombe di don Primo Mazzolari e Don Lorenzo Milani

Don Primo Mazzolari e Don Lorenzo Milani, 
i due sacerdoti che ci offrono un messaggio di cui oggi abbiamo tanto bisogno 
 



 
 







L'impaziente pazienza di don Lorenzo e don Primo. 
Papa Francesco a Bozzolo e a Barbiana

L’annunciata visita di Papa Francesco a Bozzolo e a Barbiana, sulle tracce dei due preti italiani don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani, rappresenta un avvenimento di grande portata. Del secondo, nel videomessaggio del 19 aprile scorso, rivendicandone implicitamente l’identità esemplare di prete cattolico (anche a fronte di strani tentativi di esaltarlo contrapponendolo alla Chiesa), il Papa ha detto: «La sua era un’inquietudine spirituale, alimentata dall’amore per cristo, per il Vangelo, per la chiesa, per la società e per la scuola che sognava sempre più come “un ospedale da campo” per soccorrere i feriti, per recuperare gli emarginati e gli scartati». 

Sappiamo quanto la visione della Chiesa come «ospedale da campo» stia a cuore a Papa Bergoglio e, certo, un’evidente sintonia può essere ed è stata notata tra la sua visione spirituale, pedagogica e pastorale e quella dei due preti italiani. che tra Mazzolari, più anziano, e don Milani ci fosse poi, pur nella diversità culturale e psicologica, una profonda, sostanziale vicinanza è osservazione già fatta da molti e che si fonda sulla mutua conoscenza e sull’affettuosa stima, alla base dei loro reciproci rapporti. 

Ma la visita del Papa, insieme, a Bozzolo e a Barbiana, in due periferie antiche (di campagna e di montagna) della provincia italiana, assume evidentemente un carattere forte e quasi programmatico: è la sanzione di una linea spirituale e pastorale italiana (che si può far risalire a Rosmini, a Manzoni, a Tommaseo e che giunge a Roncalli e a Montini), minoritaria ma sempre salda nella fede e radicata nella carità, ed è, pure, un’indicazione precisa e vivida, non incerta e non sbiadita, per i vescovi italiani. 
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Portando l’attenzione della Chiesa italiana su due preti contemporanei, Papa Francesco non vuole, certo, proporre, in modo raffinato, un clericalismo dal volto umano. Vuole, al contrario, indicare la possibilità di un clero non clericale, e di un laicato non clericale: di un clero che viene educato, fin dalla sua formazione seminariale, a non essere clericale e di un laicato che viene anch’esso educato, dai suoi pastori, a non essere clericale. Mazzolari e Milani erano parroci: Mazzolari, su «adesso», si impegnò per una parrocchia-comunità. e questo Milani poté vedere nel progetto che lo Spirito Santo suscitò nel Concilio Vaticano II. 

La visita di Papa Francesco a Bozzolo e a Barbiana indica allora alla Chiesa italiana, a partire dai suoi pastori e dai loro organismi collegiali, un’agenda che non può più essere elusa. Quella che Mazzolari chiamava la «rivoluzione cristiana», e che è semplicemente il Vangelo preso sul serio, reclama una Chiesa in uscita missionaria. Ma questa non si potrà mai realizzare senza una valorizzazione vera del «sacerdozio comune» di tutti i battezzati e le battezzate e, neppure, senza una vera ricerca della santità da parte di tutti i «ministri» nella Chiesa di Dio. Come non ci può essere antitesi tra verità e carità, così non ci deve essere antitesi, nel Popolo di Dio, tra santità e articolazione ministeriale. 
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DON MILANI E DON MAZZOLARI, 
IL PRIMO PAPA A CASA DEI DUE PRETI RIBELLI

Tra Barbiana e Bozzolo ci sono 155,6 km in linea d’aria. Papa Francesco li percorrerà in elicottero la mattina del 20 giugno. Bozzolo e Barbiana non sono soltanto quello che sono fisicamente: un paesone in provincia di Mantova sotto la diocesi di Cremona e una punta di campanile tra le case sparse nella vegetazione intricata dei monti del Mugello a 40 km da Firenze.

Sono molto di più: sono il luogo, fisico e spirituale, di don Primo Mazzolari e di don Lorenzo Milani. Il luogo delle loro – diverse – solitudini, anche. Solitudini spiritualmente vicine, molto più dei chilometri che li dividevano. Solitudini che oggi prova a raccogliere in un abbraccio comune – per la prima volta a 50 anni dalla morte di Lorenzo Milani e 58 dalla morte di Primo Mazzolari – papa Francesco.

Abbiamo chiesto a Mariangela Maraviglia, storica della Chiesa, nel comitato scientifico della Fondazione Don Primo Mazzolari, una vita a studiare i “disobbedienti”, Mazzolari, Milani, Turoldo, di guidarci a capire la “storicità” di questo viaggio, in luoghi in cui arrivavano a fatica i vescovi, figuriamoci un Papa. «C’è di certo una portata storica in questa visita: queste due figure furono in vita condannate da una Chiesa che tentò inutilmente di ridurle al silenzio: furono censurati i loro libri, nel caso di Mazzolari anche la predicazione, don Milani fu esiliato a Barbiana, gli fu ritirato dal commercio Esperienze pastorali (quel decreto dell’allora Sant’Uffizio è stato dichiarato decaduto solo nel 2015 da papa Francesco, ndr). Furono osteggiati anche dopo la morte e anche dopo il concilio Vaticano II. Ancora oggi non sono unanimemente amati. E ora vengono riconosciuti da un Papa come figure degne di speciale attenzione. A me sembra che questa visita possa essere letta come un segno esteriore, rilevante simbolicamente, di quel cambio di passo, qualcuno ha detto della “rivoluzione culturale”, che Francesco sta imprimendo alla Chiesa; poi per capire meglio l’intenzione di Francesco dovremo sentire le sue parole. Ma sicuramente possiamo dire che don Milani e don Mazzolari avvertirono fortemente nella propria vita la necessità che la Chiesa fosse come indica il Papa: “Non una Chiesa chiusa in se stessa, autoreferenziale, ma un corpo vivente che cammina e agisce nella storia”. Ho l’impressione che in entrambi papa Francesco individui quell’amore fattivo per gli “scartati della storia” e insieme quella fedeltà alla Chiesa, mai venuta meno, che fanno di loro testimoni privilegiati del modello di Chiesa che il Papa indica nel suo ministero quotidiano».

AFFINITÀ ELETTIVE

Don Milani e don Mazzolari non si sono mai incontrati ma in vita si sono conosciuti, scambiandosi poche lettere; da queste si colgono una consonanza profonda e alcuni innegabili elementi comuni pur appartenendo a generazioni diverse: Mazzolari era nato nel 1890 e morto nel 1958, don Milani è morto il 26 giugno del 1967 a 44 anni.
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SEMPRE DENTRO LA CHIESA 

Anche nei momenti di massima amarezza, di fronte a una Chiesa non pronta a comprendere le urgenze pragmatiche dei contesti sociali in cui operavano: «Don Milani e don Mazzolari non pensarono mai che la Chiesa potesse essere abbandonata, neppure quando li colpiva con durezza. Nessun dubbio per loro che il primato del Vangelo e della coscienza debbano essere affermati dentro la Chiesa, non contro. A questo proposito Mazzolari parlava di “servire in piedi”, concetto che anche Milani ha applicato vivendo».

Una sintonia a distanza la loro che si è nutrita anche di significative differenze ...


LA PAROLA AI POVERI

Lo stesso concetto, fondamentale nel ministero di entrambi: “Dare la parola ai poveri”, non a caso titolo di una rubrica mazzolariana su Adesso, che ospitò anche scritti di don Lorenzo Milani: «È declinato in modi diversi ...

Nemmeno Bozzolo e Barbiana sono la stessa cosa: «Bozzolo è un grosso borgo in cui Mazzolari, che si definiva prete rurale, ha potuto esprimersi dentro una comunità. Barbiana è stata un esilio. Ma mi sembra significativo che queste visite alla periferia, in cui, diceva Mazzolari, “maturano i destini del mondo”, avvengano nello stesso giorno. E non credo che sia senza peso, alla base, l’esperienza personale e pastorale di Bergoglio, sacerdote e vescovo a contatto diretto con la povertà in Argentina e ora Papa dalla scelta di vita semplice».

Dagli slum di Buenos Aires a Barbiana. Dalla fine del mondo, alla fine del mondo.


La visita di Francesco a Bozzolo e Barbiana per rendere omaggio a Don Primo Mazzolari e Don Lorenzo Milani, due figure profetiche e scomode che oggi trovano nuovo vigore nell’azione pastorale del Papa gesuita. La vicinanza ai poveri, il dialogo con “i lontani”, la visione di una Chiesa “ospedale da campo”, l’impegno per la pace e i diritti dei più deboli sono tra i punti di convergenza tra Milani, Mazzolari e Bergoglio. Sul significato di questa visita un commento di mons. Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano, che ha avuto nella testimonianza dei due sacerdoti un punto di riferimento fondamentale nella sua vita di cristiano.

Leggi tutto: Bregantini: don Milani e don Mazzolari, “alimento” per Francesco

Guarda il servizio di TV2000



Tv2000, in collaborazione con il Centro Televisivo Vaticano, segue in diretta il pellegrinaggio di Papa Francesco a Bozzolo, in provincia di Mantova, e a Barbiana, in provincia di Firenze, per pregare sulle tombe di don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani nel 50° anniversario della sua morte. 
La programmazione speciale dell’emittente della Cei inizia alle 8.50 con ‘Il diario di Papa Francesco’ condotto da Gennaro Ferrara, fino alle 12.30 con i discorsi commemorativi di Francesco: alle 9 nella parrocchia di San Pietro Apostolo a Bozzolo (Diocesi di Cremona) e alle 11:30 nella Chiesa di Sant’Andrea a Barbiana (Diocesi di Firenze). In studio: lo scrittore e insegnante, Eraldo Affinati, il presidente di Pro Civitate Christiana di Assisi, don Tonio Dell’Olio, il professore Agostino Giovagnoli, esperto di Storia sociale e religiosa e la pedagogista cremonese, Paola Bignardi. Servizi e approfondimenti a cura della redazione giornalistica del Tg2000 e collegamenti con gli inviati Cristiana Caricato a Barbiana e Nicola Ferrante a Bozzolo. Nel corso dello speciale in onda un’intervista-testimonianza al presidente della Cei, il card. Gualtiero Bassetti. 

Nel corso della giornata seguono documentari e film: alle 12.45 e alle 22.50 il documentario ‘Lettera a don Milani’ di Maurizio Iannelli con le testimonianze degli ex allievi del priore; alle 21.05 il film ‘Don Milani’ di Ivan Angeli, preziosa pellicola del 1976, recuperata dagli archivi storici dell’Istituto Luce. 

Alle 19.30 l’instant film con i discorsi e le immagini più significative del pellegrinaggio.