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sabato 11 febbraio 2017

"Lectio divina sul Vangelo delle Nozze di Cana" (Gv 2, 1-11) P. Alberto Neglia (VIDEO INTEGRALE)

"Lectio divina sul Vangelo delle Nozze di Cana"
 (Gv 2, 1-11)
a cura di P. Alberto Neglia,
 carmelitano 

(VIDEO INTEGRALE)

Incontro del 6 febbraio 2017
promosso dal Vicariato S. Sebastiano
di Barcellona Pozzo di Gotto

Terzo incontro
ITINERARIO DI FORMAZIONE
ALLA VITA CRISTIANA
ANNO 2017
“CAMMINIAMO, FAMIGLIE, 
CONTINUIAMO A CAMMINARE!” 
(Papa Francesco, Amoris Laetitia, n. 325) 

1. Il contesto di Gv 2,1-11
È un brano molto conosciuto e commentato oggi, ma anche dai Padri della Chiesa.
La preoccupazione di Giovanni è certamente cristologica e messianica. L’evangelista raggruppa i primi episodi del ministero pubblico di Cristo in una settimana:
- Il primo giorno è riportata la testimonianza del Battista (Gv 1,19-28).
- Il secondo giorno è descritta l’indicazione del Messia come l’agnello di Dio (Gv 1,29-34).
- Il terzo giorno è narrata la vocazione dei primi discepoli (Gv 1,35-42).
- Il quarto giorno abbiamo la chiamata di Filippo e Natanaele (Gv 1,43-51).

“Tre giorni dopo” viene tradotto Gv 2,1, di per sé vuol dire “domani l’altro”, quindi sarebbe il sesto giorno. Teniamo presente che il sesto giorno è il giorno della creazione dell’uomo.
Nel sesto giorno Gesù pone come inizio dei segni, il segno del vino: «Manifestò la sua gloria e i suoi discepoli cedettero in lui» (Gv 2,12).

2. Lettura del testo
Il testo è molto denso, mi fermo ad evidenziare alcuni elementi che sembrano più significativi ai fini della nostra meditazione.
...
Gv 2,10: “Il vino buono”. Nella tradizione rabbinica il vino è uno dei simboli preferiti della Torah (Ger 23,9; Pr 9,2.5), per cui il Sinai è la cantina della Torah.

Per cui a Cana il vino è simbolo della parola rivelatrice di Cristo, il suo VANGELO. Parola che per Giovanni si identifica con Gesù stesso.

Allora, il “terzo giorno” di Cana è il parallelo ideale del “terzo giorno” del Sinai. Come Dio manifestò la sua gloria donando la Torah, così a Cana, Gesù manifestò la sua gloria donando il vino buono/bello simbolo del suo lieto annunzio.

Sempre in ordine al vino, Gesù in Giovanni si dirà: “vera vite” (15,1).

Quindi il vino è dono dello sposo Gesù, è il vangelo di salvezza è lo Spirito di Gesù. In questo senso è l’inizio (non in senso cronologico) l’archè dei segni che avrà il compimento nel mistero pasquale.
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