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lunedì 6 febbraio 2017

Il Papa al Super Bowl sfida Donald Trump con un videomessaggio in spagnolo.


Il Papa al Super Bowl in spagnolo sfida Donald con un videomessaggio.
di Vittorio Zucconi


Nella lingua di quelli che dovrebbero restare chiusi oltre i Muro, nell'occasione sportiva che dovrebbe celebrare il Te Deum della Religione Americana a Houston, il Papa punge il Presidente con un augurio in spagnolo, per ricordare alla boria anglo-sciovinista di Trump che l'America non gli appartiene in esclusiva. Mai, nelle 51 edizioni della finale del campionato professionistico di football, come indica la numerazione romana - LI - utilizzata per dare un tono imperial- gladiatorio a una semplice partita di palla ovale, un Pontefice di Santa Romana Chiesa aveva riconosciuto l'esistenza di un evento commercial-sportivo che resta ancora oggi largamente destinato a tifosi e consumatori statunitensi.
Immaginare che nel 1967, quando fu disputata la prima finalissima, il Papa del tempo, Paolo VI cardinal Montini, potesse occuparsi di campionati di football in Usa, misura la distanza del tempo e le ansie del Pontefice romano. E se già il riconoscimento del SuperBowl, della Super Coppa di football, sarebbe in sè fuori dall'ordinario, l'avere scelto lo spagnolo per celebrarlo tradisce l'intenzione benevolmente, ma pugnacemente polemica di Bergoglio. Quando augura, nella propria lingua materna che è la stessa ormai di quasi la metà degli abitanti del Texas e della città che ha ospitato la partita, Houston, che il Super Bowl sia un «simbol de la cultura de encuentro, de paz e de amistad para toto el mundo» , incontro, pace e amicizia, mentre Trump prospera e coltiva la cultura dello scontro, dell' esclusione e della discriminazione, il Papa va ovviamente ben oltre l' auspicio di una bella giornata di sport. Essendo il football americano molto lontano dalle passioni sportive di Bergoglio, dichiarato tifoso di calcio, lui pensa alle folle degli "altri americani" affollati oltre il muro. E minacciati di nuovo impoverimento da sanzioni commerciali. 
La parola chiave nel brevissimo saluto è «incontro». 
I due club che si sono disputati il "Trofeo Lombardi", la supercoppa intitolata a un leggendario "coach" italo- americano, sono i Falcons di Atlanta e i Patriots di Boston: ma non era a loro che Beroglio si indirizzava. Parlava a quei 13 milioni di texani nati o emigrati oltre il Rio Grande, il fiume che segna l' incerto confine fra il Sud e il Nord. A quei 700mila houstoniani, su due milioni di residenti che parlano, come loro prima lingua, lo spagnolo. Quegli «stupratori e assassini» che il candidato Trump aveva attaccato nella campagna elettorale. «La partecipazione allo sport è il superamento del proprio interesse egoistico verso il sacrificio, la solidarietà e il rispetto delle regole », dice il Papa nei 50 secondi del suo discorso. E ogni parola, soprattutto per la lingua scelta, può essere letta come l'esatto rovescio dell'egolatria, della faciloneria, del suprematismo e della indifferenza alle regole di questa nuova Amministrazione americana. Bergoglio sa sicuramente che il voto dei cattolici è andato in maggioranza a Trump, per il 52% contro il 45% secondo le ricerche post-elettorali, e molti disapproveranno questo suo intento. Ma altrettanto bene il Papa sa che il voto "ispanico", dunque messicano e centroamericano, ha bocciato in massa il Candidato del Muro, per 66 a 28, e gli ispanici sono, fra tutti i gruppi etnici, quelli con il più rapido tasso di crescita. Il Texas, ancora monopolio repubblicano, ma insidiato dall'aumento degli immigrati dal Grande Sud, è la " Frontera" del futuro politico americano ed è lo Stato che dovrà accettare, o subire, il completamento di quella Grande Muraglia che Clinton e Bush cominciarono a innalzare dal Pacifico verso il Golfo del Messico, fermandosi proprio al Texas. Il SuperBowl, che è il massimo esempio di commercializzazione e di egoismo dello sport dove 30 secondi di spot pubblicitario hanno superato il costo di 5 milioni di dollari e i giocatori incassano milioni ogni anno per fracassarsi ossa e crani, è stato soltanto un pretesto, per Papa Francesco, un'occasione per esprimere l'angoscia di un Papa che vuole parlare contro ogni muro. E soprattutto contro un muro che vuole dividere l'America dei miliardari ipocriti del Nord dalla "sua" America. Quella che parla, come lui, spagnolo.
(fonte: Il Sismografo - Articolo pubblicato da “la Repubblica” il 6 febbraio 2017)

Guarda il videomessaggio

Il testo del messaggio in italiano:

I grandi eventi sportivi come il Super Bowl sono altamente simbolici dimostrando che è possibile costruire una cultura di incontro e un mondo di pace.
Prendere parte ad attività sportive – prosegue il Papa - ci fa andare oltre la nostra visione personale della vita - e in modo sano - ci fa imparare il significato del sacrificio, crescere nel rispetto e fedeltà alle regole.
Possa il Super Bowl di quest’annoessere un segno di pace, amicizia e solidarietà per il mondo. Grazie.