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martedì 17 gennaio 2017

IL PECCATO DEL MONDO: L'INGIUSTIZIA - Rapporto Oxfam, i primi 8 miliardari hanno gli stessi beni di metà degli abitanti del pianeta



IL PECCATO DEL MONDO: L'INGIUSTIZIA
Rapporto Oxfam, i primi 8 miliardari hanno gli stessi beni 
di metà degli abitanti del pianeta
Firma e aderisci alla campagna 
“Un’economia umana per il 99%”.


L’attuale sistema economico finanziario favorisce l’accumulo di risorse nelle mani di un manipolo di nababbi ai danni dei più poveri (in maggioranza donne). E l’Italia non fa eccezione se, stando ai dati del 2016, l’1% più facoltoso della popolazione ha nelle mani il 25% della ricchezza nazionale netta. 
Otto uomini possiedono la stessa ricchezza (426 miliardi di dollari) di 3,6 miliardi di persone. Lo rivela il nuovo rapporto di Oxfam, diffuso alla vigilia del Forum economico mondiale di Davos, che analizza quanto la forbice tra ricchi e poveri si stia estremizzando. Lo scorso anno erano 62. Appello ai governi a cambiare le politiche


Secondo l’organizzazione, le multinazionali e i potenti del mondo continuano ad alimentare la disuguaglianza, facendo ricorso all’evasione fiscale, massimizzando i profitti anche a costo di comprimere verso il basso i salari e usando il loro potere per influenzare la politica. “È necessario un profondo ripensamento – secondo Oxfam – dell’attuale sistema economico che fin qui ha funzionato a beneficio di pochi fortunati e non della stragrande maggioranza della popolazione mondiale”.



Il contrario di un’economia umana 
di Tonio Dell'olio 

I dati resi noti da Oxfam sulla distribuzione della ricchezza nel mondo e nel nostro Paese, rischiano di apparire aride statistiche, numeri senz’anima, se non fosse che proprio quelle cifre urlano il peccato del mondo, l’ingiustizia, ovvero l’obiettivo di molti (o di pochi?) di puntare esclusivamente al profitto non facendosi scrupolo di utilizzare le vie della corruzione e dell’evasione fiscale. Il rapporto rende noto che le otto persone più ricche del pianeta possiedono oggi la stessa ricchezza della metà più povera dell’umanità. In Italia in sette possiedono quanto il 30% della popolazione. Di qui tutte le altre considerazioni sui danni prodotti dall’accumulazione della ricchezza che, non investita nella creazione di lavoro né ridistribuita se non nella quota parte agli azionisti, va a concimare la crescita del capitale stesso. I mezzi attraverso i quali avviene tutto questo sono esposti e dimostrati dal rapporto con rigore scientifico: elusione fiscale, clientelismo, investimenti nei paradisi fiscali, sofisticati sistemi di corruzione e sostegno alla politica compiacente, riduzione dei diritti e delle garanzie dei lavoratori. Nello stesso rapporto, gli esperti di Oxfam indicano otto mosse indispensabili per invertire questa tendenza e riuscire a creare un’economia umana. Adesso queste richieste diventano una campagna denominata proprio “Un’economia umana per il 99%”.
(Fonte: Mosaico dei Giorni)


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Servizio TV2000

Per leggere:
il documento 



La sintesi del rapporto in cinque punti
  • Dal 2015, l’1 per cento della popolazione possiede la maggior parte della ricchezza mondiale.
  • Al momento otto uomini possiedono il corrispettivo della ricchezza del 50 per cento della popolazione mondiale. Ecco gli otto miliardari: Bill Gates (75 miliardi di dollari), Amancio Ortega (67 miliardi di dollari), Warren Buffett (60,8 miliardi di dollari), Carlos Slim Helu (50 miliardi di dollari), Jeff Bezos (45,2 miliardi di dollari), Mark Zuckerberg (44,6 miliardi di dollari), Larry Ellison (43,6 miliardi di dollari), Michael Bloomberg (40 miliardi di dollari).
  • L’amministratore delegato di una delle cento aziende più grandi quotate in borsa a Londra guadagna in un anno quanto diecimila lavoratori di una fabbrica tessile del Bangladesh.
  • Una ricerca dell’economista Thomas Piketty mostra che negli ultimi trent’anni la crescita dei salari del 50 per cento della popolazione mondiale è stata pari a zero, mentre quella dell’1 per cento della popolazione mondiale è aumentata del 300 per cento.
  • In Vietnam l’uomo più ricco guadagna in un giorno di più di quello che la persona più povera guadagna in dieci anni

OXFAM: Un futuro equo, per tutti 

La disuguaglianza economica è sempre più estrema. Nel mondo, 8 persone detengono oggi la stessa ricchezza di 3,6 miliardi di persone, ovvero della metà più povera della popolazione mondiale. L’1% degli abitanti del nostro pianeta ha una ricchezza superiore a quella del restante 99%.

 In Italia, l’1% più ricco possiede 415 volte la ricchezza del 20% più povero. Allo stesso tempo diventano sempre più drammatiche le conseguenze degli squilibri di reddito: oltre 1 milione e 600 mila famiglie italiane vivono sotto la soglia di povertà assoluta.

In tutto il mondo e a livello locale, la disuguaglianza minaccia di cancellare i progressi compiuti nella lotta alla povertà. Tutto questo non è né casuale né inevitabile: è la drammatica conseguenza di un modello economico che porta benefici soltanto a una minoranza ricca e potente, a discapito del benessere di ciascuno di noi.

Eppure un'alternativa esiste. Siamo la generazione che può porre fine alla povertà, se i nostri governi ci ascolteranno e si impegneranno concretamente ad adottare politiche per ridurre il divario crescente tra una sempre più esigua élite di super-ricchi e una sempre più ampia moltitudine di poveri. Insieme, possiamo promuovere un modello economico che funzioni per il bene di tutti, un modello in cui il livello di sviluppo di un paese non sia definito solo dal suo PIL, ma da molte più variabili che contribuiscono al benessere dei cittadini.

Questa non è un’utopia. La nostra visione di un’economia più umana, equa e sostenibile è un’alternativa possibile e attuabile da subito. Basta volerla. 



La campagna“Un’economia umana per il 99%”

Chiediamo Governo e a tutte le forze politiche del nostro paese di porre le basi di un’economia umana.
Un futuro equo, per tutti: agisci contro la disuguaglianza,sfida l'ingiustizia!

Firma il manifesto: 





Si può si faccia. 
Fermare le crescenti diseguaglianze
di Leonardo Becchetti


"... Ciò che accende di più l’indignazione è constatare che il progresso scientifico e medico ci mette a disposizione meccanismi in grado potenzialmente di assicurare benessere sostenibile a tutti, e noi li usiamo malissimo. Lo scandalo dunque non è nei limiti della macchina, ma in quelli del pilota. Non dobbiamo distruggere la macchina, ma guidarla in modo diverso. Per corredare la metafora con qualche altro dato il Fondo monetario internazionale ci ricorda che il Pil mondiale cresce mediamente al 3,7% l’anno. Se la crescita della torta fosse equamente distribuita e se i redditi di ciascun abitante del pianeta potessero crescere al 3,7% l’anno ne avremmo per tacitare qualunque "populismo". Ed esistono le tecnologie per ridurre progressivamente l’impatto ambientale della nuova ricchezza prodotta, per assicurare quel tasso di decarbonizzazione necessario per tenere la temperatura del pianeta sotto i limiti necessari.

E invece le drammatiche diseguaglianze che osserviamo, sempre più visibili, sempre meno occultabili nel mondo della comunicazione globale dove i confronti sono immediati, sono un veleno che inquina la vita sociale e mette a rischio la tenuta delle istituzioni e della stessa democrazia. 
...
Il mondo raccontatoci da Oxfam è terreno più che mai fertile per la filantropia. Con diseguaglianze così vistose i super-ricchi possono far bella figura e accreditarsi come benefattori sociali destinando qualcosina all’assistenza degli ultimi. Nazionalismo e filantropia diventano così gli specchi per le allodole con cui si distoglie l’attenzione dal problema perché. Oltre che di gratuità e di volontariato – chiave della generatività e "ricchezza" della vita personale di ognuno – abbiamo bisogno di molta più giustizia sociale.

Per risolvere il problema non c’è da inventare nulla, non bisogna scoprire nessun nuovo vaccino, le ricette sono già tutte pronte. Ci vuole soltanto più sensibilità sociale e politica, alimentata da un’informazione migliore e non deformata dalle bufale e dai travisamenti che oggi chiamiamo «post-verità». In primo luogo, suggerisce giustamente Oxfam, società civili, governi nazionali e istituzioni internazionali mai come in questa epoca devono urgentemente sostenere la battaglia contro l’elusione e i paradisi fiscali. Per questo far pagare le tasse alle grandi imprese globali della Rete è sempre più urgente. La responsabilità fiscale deve poi diventare, assieme a quella sociale e ambientale, una dimensione sempre più importante sulla quale valutare le imprese e i cittadini devono imparare a usare il maggiore potere che hanno che consiste nel premiare con le loro scelte di consumo e di risparmio le aziende leader nella sostenibilità sociale, ambientale e fiscale.Esercitando una pressione dal basso che pesa, e può immediatamente correggere i comportamenti delle imprese.
...
Dobbiamo diventare più scaltri e capire nel nostro carrello quanta dignità del lavoro, quanta salute e sostenibilità ambientale, quanta responsabilità fiscale abbiamo acquistato. Per scoprire magari che, senza pagare un euro in più, avremmo potuto dare un segnale molto importante alle imprese trasformando la loro scelta di responsabilità in variabile competitiva. Perché il mercato senza i nostri consumi e risparmi non va avanti. Un mondo più giusto nel quale i cittadini imparano veramente a fare i loro interessi dando forza allo sforzo delle buone istituzioni per disinnescare l’inquinamento sociale delle diseguaglianze è a portata di mano se lo vogliamo. Se non riusciremo a cogliere l’occasione la responsabilità sarà anche nostra, e non potremo prendercela con nessuno.

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