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sabato 26 novembre 2016

"Discernere la qualità dell’amore in famiglia" a cura di Aurelio Antista (VIDEO INTEGRALE)

"Discernere la qualità 
dell’amore in famiglia"  
a cura di Aurelio Antista, ocarm

(VIDEO INTEGRALE)


I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ - 2016 
promossi dalla
Fraternità Carmelitana
di Barcellona Pozzo di Gotto


DISCERNIMENTO E RESPONSABILITÀ 
“Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono” 
(1Ts 5,21)


MERCOLEDÌ 23 NOVEMBRE

Da qualche tempo papa Francesco denuncia apertamente che “oggi è in atto una guerra mondiale ideologica per distruggere il matrimonio e la famiglia”, senza che ci si renda conto che senza famiglia non c’è una società sana, né una Chiesa viva.

Per rilanciare il valore e la centralità della famiglia egli si è fatto promotore di due Sinodi (uno straordinario e l’altro ordinario) e a conclusione di un intenso lavoro sinodale, Francesco ha donato alla comunità dei credenti e a tutti gli uomini e le donne di buona volontà l’esortazione post-sinodale Amoris Laetitia (= AL). Questo documento mette in risalto che il matrimonio è un viaggio impegnativo, come lo è la vita, del resto. Sfida i giovani a mettersi in gioco, con fiducia, in questa avventura che offre la possibilità di sperimentare una grande carica di umanità: le relazioni che crescono con il crescere delle persone, l’emozione e la gioia di generare nuove creature, l’accompagnamento educativo, la condivisione delle gioie e delle difficoltà. La famiglia è il luogo naturale e insostituibile in cui si vive “la gioia dell’amore”, con la consapevolezza che la vita familiare è un’esperienza fragile e complessa che mette in gioco non le idee ma le persone. Del resto -scrive il papa- “nessuna famiglia è una realtà perfetta e confezionata una volta per sempre, ma richiede a ciascun componente un graduale sviluppo della propria capacità di amare (AL 325).

Nei nove capitoli di cui si compone Amoris Laetitia, il papa affronta tutte le dimensioni del matrimonio e della famiglia: dal fondamento biblico, alle sfide della società di oggi; dall’educazione dei figli, alle prospettive pastorali; dal discernimento e dall’accompagnamento delle situazioni familiari fragili o “irregolari”, ad alcuni lineamenti di spiritualità coniugale e familiare. Al centro, il capitolo quarto tratta “L’amore nel matrimonio”, centro e cuore di tutto il documento.

La mia riflessione sarà imperniata proprio sul discernimento circa la qualità dell’amore nella famiglia. Come si vede, appena “una briciola”, un piccolo assaggio dell’ampio testo di Amoris laetitia. Una “briciola”, sì, ma densa e importante. Con la speranza che susciti, in tutti noi, la curiosità e il desiderio di accostarlo e meditarlo tutto intero.
...

L’amore non tiene conto del male ricevuto. 
Nella vita familiare non mancano le occasioni in cui ci procuriamo delle ferite; sperimentiamo l’offesa da parte dell’altro e, a nostra volta, offendiamo chi ci sta accanto. Di fronte alla ferita subìta corriamo il rischio di nutrire risentimento, rancore, desiderio di rivalsa. Qui entra in gioco la capacità e l’urgenza di dare il perdono. “Quando siamo offesi o delusi -dice il papa- il perdono è possibile e auspicabile, ma nessuno dice che sia facile! La verità è che la comunione familiare può essere conservata e perfezionata solo con un grande sacrificio. Esige da parte di tutti e di ciascuno la disponibilità alla compassione, alla tolleranza, al perdono, alla riconciliazione. Nessuna famiglia ignora come l’egoismo, il disaccordo, le tensioni e i conflitti aggrediscono violentemente e a volte colpiscono mortalmente la propria comunione: da qui le molteplici e varie forme di divisione nella vita familiare” (AL 106). Questa è la cruda realtà che si vive in tante famiglie. Come uscire da questo empasse, da questo vicolo cieco? Solo con il perdono. Il perdono come terapia, mi diceva, giorni fa un amico psicoterapeuta. “Il perdono, innanzitutto, verso noi stessi, per i nostri sbagli e lo sguardo critico verso gli altri, -ci dice il papa- e, soprattutto, il perdono verso chi ci ha offeso. 

Quindi: perdonare noi stessi, affinché possiamo, a nostra volta, perdonare gli altri. 

Nell’ottica della fede, il perdono è possibile se, da una parte, contempliamo il volto e l’agire di Gesù che dalla croce chiede al Padre di perdonare i suoi aguzzini fino a scusarli: “Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno”; dall’altra se abbiamo fatto l’esperienza del perdono di Dio. Ricordare che siamo perdonati gratuitamente da Dio, fa sentire bene, promuove, stimola ad essere benevoli, distoglie lo sguardo dalla propria ferita, e rende più sensibili verso l’altro. “Se accettiamo che l’amore di Dio è senza condizioni, che l’affetto del Padre non si deve comprare né pagare, allora potremo amare al di là di tutto, perdonare gli altri anche quando sono stati ingiusti con noi” (AL 108), dice il papa. La famiglia diventerà così luogo di comprensione e di stimolo reciproco, anziché ambiente carico di tensioni e di reciproche ritorsioni.

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