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domenica 30 ottobre 2016

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n. 48/2015-2016 (C) di Santino Coppolino


'Un cuore che ascolta - lev shomea'

"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)


Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino


Vangelo: 
Lc 19,1-10



Questo brano, unitamente alla parabola del Buon samaritano (10,25-37) e a tutto il capitolo 15 del Vangelo di Luca , può essere considerato un "Vangelo nel Vangelo". In Zaccheo infatti vediamo realizzata ancora una volta quella salvezza che sembra impossibile agli occhi degli uomini, ma non agli occhi di Dio, che si attua attraverso l'amore misericordioso di Gesù. Zaccheo (" il puro " opp. "Dio fa memoria") è cifra di quanti sono ritenuti dalla religione persone insalvabili, senza possibilità alcuna di redenzione. Non così però per il Padre, il quale "provvede il cibo anche ai piccoli del corvo che gridano" (Sal 147,9), animali immondi per eccellenza. Zaccheo è figura di quella Gerico inespugnabile le cui mura però crollarono al suono delle trombe, simbolo della voce di Dio; allo stesso modo crollano le false sicurezze del capo dei pubblicani dopo essere stato convocato e visitato da Gesù e avere ascoltato la sua Parola. Il Signore non teme di contaminarsi, lo abbiamo già visto in tante altre occasioni, egli si ferma a casa di Zaccheo perché "deve", perché questo è il progetto del Padre, perché "nessuno dei suoi figli vada perduto"(Gv 17,12) . "Nessun uomo infatti può ormai essere dichiarato impuro (cf. At 10,15), perché il Padre lo ha purificato con il sangue del suo Figlio "(cit.). La risposta di Zaccheo è esemplare, ci insegna cosa significa concretamente rispondere all'amore del Signore ; egli realizza realmente nella sua vita il "che cosa fare per ereditare la vita eterna"(10,25ss). In lui si attua quel radicale cambiamento di mentalità, quella "metanòia" che lo condurrà a fare giustizia, la vera Tzedaqà, a liberarsi di quella satanica zavorra che lo schiaccia così tanto in basso da impedirgli di "vedere Gesù"
Adesso può finalmente contemplare il volto del Signore ponendosi alla sua sequela verso Gerusalemme, proprio ora che ha conosciuto quanto grande è la misericordia del Padre verso la sua persona, può finalmente cominciare un nuovo cammino per giungere "alla misura della statura della pienezza di Cristo "(Ef 4,13).