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domenica 2 ottobre 2016

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n. 44/2015-2016 (C) di Santino Coppolino

'Un cuore che ascolta - lev shomea'
"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)

Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino




Vangelo: 
Lc 17,5-10


Il brano che oggi la liturgia ci presenta va necessariamente inserito per una migliore comprensione nel suo contesto, leggendo il cap.17 a partire dal primo versetto. Esso comincia con un severo monito di Gesù nei confronti di coloro che, in seno alla comunità, sono causa di scandalo (inciampo) nella crescita di fede. Il motivo dello scandalo è la mancanza di misericordia nei confronti dei piccoli - oi mikroi - , che non sono i bambini - oi nepioi - bensì le persone più fragili, gli ultimi, gli insignificanti, coloro che non contano niente. Gesù vuole ricordare ai suoi che non sono una comunità di perfetti, di puri, di separati dai peccatori, che quel perdono che il Padre ci offre gratuitamente è necessario sia vissuto "perdonandoci a vicenda, come anche Dio, in Cristo, ha perdonato a noi" (Ef 4,32). La Comunità però, in-capace di vivere la misericordia, si sente inadeguata al compito e domanda al Signore un supplemento di fede. 
Ma la fede non è tanto un dono che Dio fa e che può essere accresciuto, quanto piuttosto la risposta dell'uomo  all'immenso dono dell'amore che da Lui riceviamo e che deve essere manifestato nell'amore verso i fratelli. Gesù  poi continua con un discorso che sembra contraddire quanto in precedenza aveva affermato in 12,35-37 utilizzando  le stesse immagini. Il suo intento è quello di trasformare i discepoli in veri figli del Padre innalzando in loro la soglia dell'amore, fare di loro uomini che liberamente scelgono di amare con un amore simile al suo. Figli che appartengono 
al loro Signore come gli schiavi appartengono al loro padrone, "pienamente liberi di essere e di amare come Lui, suoi collaboratori, associati al suo ministero"(cit.). Essere " Doùloi Akhreìoi - Servi Inutili ", significa che il discepolo compie il suo ministero senza un utile, senza un guadagno ma per amore e gratuitamente, perché rivela la fonte da cui esso sgorga, il Padre. Siamo suoi, a lui apparteniamo e il suo Volto siamo chiamati a manifestare. In Eterno e per sempre.