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martedì 11 ottobre 2016

Giubileo Mariano: Veglia: "La preghiera del Rosario non ci allontana dalle preoccupazioni della vita; al contrario, ci chiede di incarnarci nella storia di tutti i giorni per saper cogliere i segni della presenza di Cristo in mezzo a noi" - 8/10/2016 (foto, testi e video)


 GIUBILEO MARIANO 
 Veglia 
 8 ottobre 2016 


«La Madonna vuole portare a noi tutti il grande dono che è Gesù; e con Lui ci porta il suo amore, la sua pace, la sua gioia». È il tweet lanciato sull’account @Pontifex, con cui il Papa ha aperto, sabato 8 ottobre, il giubileo mariano in Piazza San Pietro. 

Una due-giorni di preghiera e di riflessione alla quale hanno preso parte più di 25.000 fedeli da 55 nazioni. Questo è stato il giubileo mariano celebrato sabato e domenica in Vaticano. Rettori, cappellani e devoti dei principali santuari dei cinque continenti hanno portato i loro gonfaloni insieme con gli stendardi dei comuni di provenienza.
Prologo alla messa di domenica mattina è stata la veglia svoltasi sempre in piazza San Pietro con la recita dei misteri gloriosi del rosario davanti all’immagine della Salus populi Romani. La venerata effige cara a Papa Francesco ha chiuso la suggestiva processione che ha preceduto e accompagnato l’arrivo del Pontefice: 94 delegazioni dei santuari hanno sfilato lungo la piazza portando statue, immagini e vessilli, collocati poi sul sagrato della basilica.
Di questo «vasto mondo della spiritualità mariana» si è fatto interprete l’arcivescovo Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, organizzatore del giubileo. Presentando al Papa le delegazioni il presule ha ricordato, in particolare, le sofferenze di Haiti devastata dall’uragano.
A dar voce al dolore della popolazione di Aleppo martoriata dai bombardamenti era stato, in precedenza, l’arcivescovo maronita Joseph Tobji, che aveva raccontato la sua esperienza dopo le testimonianze offerte dal rettore di Fátima, Carlos Cabecinhas, e dal redentorista Ronival Benedito dos Reis, impegnato nel servizio pastorale presso il santuario brasiliano di Aparecida fino al 2015.

Papa Francesco è arrivato con quasi un quarto d’ora d’anticipo sul previsto, alle 17.15 circa, in piazza San Pietro. Ad accoglierlo festosamente 94 delegazioni mariane, con statue e icone, provenienti da 51 santuari sparsi in tutto il mondo, in rappresentanza di almeno 40 nazioni, tra cui Germania, Francia, Belgio, Spagna, Ungheria, Argentina, Brasile, Costa Rica, Filippine, Venezuela, Vietnam. L’Italia è rappresentata da circa 20 santuari. 
Questo colorato mosaico di Paesi ha sfilato in processione che è partita alle ore 16.30, dopo aver effettuato in mattinata il pellegrinaggio alla Porta Santa.




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Al termine della recita del Santo Rosario il Santo Padre prima della benedizione finale rivolge ai fedeli queste parole:

Cari fratelli e sorelle,

in questa Veglia abbiamo ripercorso i momenti fondamentali della vita di Gesù, in compagnia di Maria. Con la mente e il cuore siamo andati ai giorni del compimento della missione di Cristo nel mondo. La Risurrezione come segno dell’amore estremo del Padre che tutto riporta in vita e come anticipo della nostra condizione futura. L’Ascensione come condivisione della gloria del Padre, dove anche la nostra umanità trova un posto privilegiato. La Pentecoste, espressione della missione della Chiesa nella storia, fino alla fine dei tempi, sotto la guida dello Spirito Santo. Negli ultimi due misteri, inoltre, abbiamo contemplato la Vergine Maria nella gloria del Cielo, lei che fin dai primi secoli è stata invocata come Madre della Misericordia.

La preghiera del Rosario è, per molti aspetti, la sintesi della storia della misericordia di Dio che si trasforma in storia di salvezza per quanti si lasciano plasmare dalla grazia. I misteri che passano dinanzi a noi sono gesti concreti nei quali si sviluppa l’agire di Dio nei nostri confronti. Attraverso la preghiera e la meditazione della vita di Gesù Cristo, noi rivediamo il suo volto misericordioso che va incontro a tutti nelle varie necessità della vita. Maria ci accompagna in questo cammino, indicando il Figlio che irradia la misericordia stessa del Padre. Lei è davvero l’Odigitria, la Madre che indica il percorso che siamo chiamati a compiere per essere veri discepoli di Gesù. In ogni mistero del Rosario la sentiamo vicina a noi e la contempliamo come prima discepola di suo Figlio, la quale mette in pratica la volontà del Padre (cfr Lc 8,19-21).

La preghiera del Rosario non ci allontana dalle preoccupazioni della vita; al contrario, ci chiede di incarnarci nella storia di tutti i giorni per saper cogliere i segni della presenza di Cristo in mezzo a noi. Ogni volta che contempliamo un momento, un mistero della vita di Cristo, siamo invitati a riconoscere in quale modo Dio entra nella nostra vita, per poi accoglierlo e seguirlo. Scopriamo così la via che ci porta a seguire Cristo nel servizio ai fratelli. Accogliendo e assimilando dentro di noi alcuni avvenimenti salienti della vita di Gesù, noi partecipiamo alla sua opera di evangelizzazione perché il Regno di Dio cresca e si diffonda nel mondo. Siamo discepoli, ma anche missionari e portatori di Cristo, là dove Lui ci chiede di essere presente. Pertanto, non possiamo rinchiudere il dono della sua presenza dentro di noi. Al contrario, siamo chiamati a partecipare a tutti il suo amore, la sua tenerezza, la sua bontà, la sua misericordia. È la gioia della condivisione che non si ferma dinanzi a nulla, perché porta un annuncio di liberazione e di salvezza.

Maria ci permette di comprendere che cosa significa essere discepoli di Cristo. Lei, da sempre prescelta per essere la Madre, ha imparato a farsi discepola. Il suo primo atto è stato quello di porsi in ascolto di Dio. Ha obbedito all’annuncio dell’Angelo e ha aperto il suo cuore per accogliere il mistero della maternità divina. Ha seguito Gesù, mettendosi in ascolto di ogni parola che usciva dalla sua bocca (cfr Mc 3,31-35); ha conservato tutto nel suo cuore (cfr Lc 2,19) ed è diventata memoria vivente dei segni compiuti dal Figlio di Dio per suscitare la nostra fede.

Tuttavia, non basta soltanto ascoltare. Questo è certamente il primo passo, ma poi l’ascolto ha bisogno di tradursi in azione concreta. Il discepolo, infatti, mette la sua vita al servizio del Vangelo. È così che la Vergine Maria si recò subito da Elisabetta per aiutarla nella sua gravidanza (cfr Lc 1,39-56); a Betlemme diede alla luce il Figlio di Dio (cfr Lc 2,1-7); a Cana si prese cura di due giovani sposi (cfr Gv 2,1-11); sul Golgota non indietreggiò davanti al dolore ma rimase sotto la croce di Gesù e, per sua volontà, divenne Madre della Chiesa (cfr Gv 19,25-27); dopo la Risurrezione, rincuorò gli Apostoli riuniti nel cenacolo in attesa dello Spirito Santo, che li trasformò in coraggiosi araldi del Vangelo (cfr At 1,14). In tutta la sua vita, Maria ha realizzato quanto è chiesto alla Chiesa di compiere in memoria perenne di Cristo. Nella sua fede, vediamo come aprire la porta del nostro cuore per obbedire a Dio; nella sua abnegazione, scopriamo quanto dobbiamo essere attenti alle necessità degli altri; nelle sue lacrime, troviamo la forza per consolare quanti sono nel dolore. In ognuno di questi momenti, Maria esprime la ricchezza della divina misericordia, che va incontro ad ognuno nelle necessità quotidiane.

Invochiamo questa sera la nostra tenera Madre del cielo, con la più antica preghiera con cui i cristiani si rivolgevano a Lei, soprattutto nei momenti di difficoltà e di martirio. Invochiamola nella certezza di essere soccorsi dalla sua materna misericordia, perché Lei, “gloriosa e benedetta”, possa essere protezione, aiuto e benedizione per ogni giorno della nostra vita:

“Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta”.

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