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domenica 25 settembre 2016

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n. 43/2015-2016 (C) di Santino Coppolino

'Un cuore che ascolta - lev shomea'
"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)


Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino



Vangelo: Lc 16,19-31








La parabola che Gesù narra non ha tanto la finalità di terrorizzare o di mettere all'indice i ricchi ed esaltare i poveri, non è l'emissione di un giudizio di condanna, è piuttosto un atto di correzione fraterna compiuto da Gesù nei confronti di coloro che hanno scelto di edificare la loro vita sulla falsa sicurezza della ricchezza. E' un voler mettere in guardia i credenti perché tengano gli occhi bene aperti sull'uso che fanno del"mammona di ingiustizia"(16,9); Gesù stesso infatti aveva già proclamato che per amare Dio non c'è che un solo modo: prenderci cura dei fratelli feriti, quelli che incontriamo lungo il cammino della nostra esistenza (cfr. Lc 10, 25-37). 
"E' il tempo della nostra vita quel ponte gettato sull'abisso tra l'inferno e l'utero di Abramo "(cit.), ponte che possiamo attraversare soltanto accogliendo nella nostra vita i fratelli piagati dall'egoismo degli uomini, avendo verso di loro le stesse "viscere di misericordia" che il Padre Misericordioso ha nei nostri confronti. Ma se noi  rifiutiamo di divenire responsabili dei fratelli, se li lasciamo languire e morire sull'uscio della nostra casa indifferenti al loro grido di dolore, se invece di costruire ponti e intrecciare relazioni d'amore e solidarietà edifichiamo muri invalicabili che isolano, dividono e uccidono, allora diverremo noi stessi gli artefici di quell'abisso, impossibile da attraversare, che ci separa dal 'seno di Abramo'. Stolti e incapaci come siamo di riconoscere il volto del Padre nei volti sfigurati e piagati dei tanti Lazzaro che ogni giorno bussano alla nostra porta, avremo fallito la nostra
esistenza