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giovedì 15 settembre 2016

15 settembre: Beata Vergine Maria Addolorata - SOTTO IL LEGNO IN SILENZIO di David Maria Turoldo



SOTTO IL LEGNO IN SILENZIO

di David Maria Turoldo

Ritta, discosta appena dal legno,
stava la Madre assorta in silenzio,
pareva un’ombra vestita di nero,
neppure un gesto nel vento immobile.

Lo sguardo aveva perduto, lontano:
cosa vedevi dall’alta collina?
Forse una sola foresta di croci?
O anche tu non vedevi più nulla?


Madre, tu sei ogni donna che ama
Madre, tu sei ogni madre che piange
Un figlio ucciso, un figlio tradito:
madri a migliaia, voi madri in gramaglie!

E figli mai finiti di uccidere;
figli venduti e traditi a miriadi,
i torturati appesi ai patiboli,
empi vessilli dell’empio potere.

Dalla città già salivan le tenebre,
e ancor più impallidiva il suo volto,
e lei era tutta una crosta di sangue,
perfino il cielo era nero di sangue.

Nero lenzuolo di sangue pareva
steso ad avvolgere la grande Assenza
che infittiva lo stesso silenzio
e si addensava e spandeva nell’aria.

O Madre, nulla pur noi ti chiediamo:
quanto è possibile appena di credere,
e stare con te sotto il legno in silenzio:
sola risposta al mistero del mondo.


Proponiamo una riflessione a partire da questi versi di Anna Rotundo dal sito dell'arcidiocesi di Catanzaro Squillace 15 settembre: l’ADDOLORATA (pdf)

“Ritta, Stava, Sguardo lontano”… A partire da queste parole di David Maria Turoldo, che non sono solo poesia ma vero e proprio “luogo teologico”, prende avvio la mia riflessione sulla Madonna Addolorata, che la Chiesa celebra il 15 settembre, e che non ci insegna certo il culto dell’infelicità umana, quasi che, a somiglianza di Maria e suo figlio “sconfitti” nel dolore, morte e sofferenza debbano accettarsi passivamente in silenzio, come se fosse questo il messaggio del cristianesimo: “La madre Addolorata ci insegna che alle lacrime subentrano la speranza e la fiducia nella resurrezione… il nostro Dio cristiano è il Dio dei vivi, non del dolore e dei morti! Anche affranti dal dolore, non dobbiamo perdere mai la fiducia nell’azione potente e guaritrice dello Spirito Santo” (mons. Vincenzo Bertolone, Scrivo a voi ammalati e allettati). 
La fonte certa della nostra fede è la Sacra Scrittura: e l’evangelista Giovanni non scrive che Maria presso la Croce gridasse o piangesse o si disperasse. Ma scrive, semplicemente, solennemente:“stava”. Questo verbo è contrapposto a “cadere” (cf. ad es. Rm 14,4; 1Cor 10,12), evocando così la capacità di resistenza, di stabilità, dignitosa e piena di attenzione, il saper “rimanere” nelle situazioni. E poi, Maria non sta “ai piedi“ della Croce, non è icona di sottomissione, passività e dolore, ma, è scritto nel Vangelo, sta “presso” la Croce, in un significato di dignitosa forza e prossimità a colui che soffre. Da qui scaturisce l’ermeneutica femminile e non violenta di un nuovo modo di vivere e di una diversa società fondata sui valori dell’accoglienza e del “prendersi cura dell’altro” che tutti, uomini e donne insieme, devono vivere, per la costruzione della nuova “civiltà dell’amore”. Vicinanza, ascolto, “farsi prossimo”: lo “stare” di Maria è coscienza critica di fronte ai mali del mondo e questo è il compito che interpella gli uomini e le donne di oggi.