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mercoledì 10 agosto 2016

In Siria è in atto una guerra per procura dove i potenti mettono a disposizione le armi e il popolo è costretto ad offrire i morti

Per il Nunzio apostolico in Siria, mons. Mario Zenari, quando il Santo Padre, domenica scorsa nel dopo-Angelus, con riferimento alla guerra siriana che si prolunga da ormai cinque anni, ha denunciato la "mancanza di volontà di pace dei potenti", ha messo il dito sulla vera ragione di questa orrenda tragedia, premesso che le guerre abbiano una ragione. «Purtroppo, ha dichiarato ieri il Nunzio ai microfoni della Radio Vaticana, la Siria è divenuta un campo di battaglia per interessi geopolitici regionali e internazionali.
Sempre di più è diventato evidente che è una guerra per procura; è una guerra molto complicata e qui si esigerebbe – come dice anche il Papa – una volontà più forte, più decisa da parte dei potenti per poter calmare questa terribile guerra. E come in ogni guerra per procura, come diceva il successore di mons. Oscar Romero in El Salvador, mons. Arturo Rivera y Damas, "le potenze offrono le armi e i popoli i morti". In Siria purtroppo questa regola è pane quotidiano. Tra le migliaia di vittime, morti, mutilati, profughi ... i civili innocenti, non belligeranti, sono la stragrande maggioranza e intanto le potenze mondiali e regionali, le loro diplomazie, non riescono a trovare una via per umanizzare e soprattutto chiudere questo conflitto.»

L'orrore di Aleppo.

Sulla situazione di Aleppo il Nunzio offre una panoramica desolante e dolorosa: «il Papa ha adoperato delle parole forti: “E’ inaccettabile - ha detto - che tante persone inermi, civili e soprattutto tanti bambini paghino il prezzo di questo conflitto”. E qui vorrei ricordare anche il continuo richiamo delle Nazioni Unite ai belligeranti, il grave obbligo che hanno i belligeranti di rispettare il diritto umanitario internazionale, a cominciare dalla protezione dei civili … Ban Ki-moon non cessa di ripetere che anche la guerra ha delle regole … Purtroppo, per quanto riguarda la protezione dei civili, si è rivelato un fallimento in questi cinque anni e mezzo di guerra: se pensiamo che quotidianamente sono colpiti ospedali, scuole, mercati popolari, addirittura campi profughi, chiese, moschee; se pensiamo che la popolazione civile innocente è stata più volte ormai nel corso degli ultimi tre anni vittima, per esempio, dell’arma chimica: la comunità internazionale ha accertato, purtroppo, l’uso di questa arma chimica anche se non ha ancora individuato i colpevoli; poi ancora vorrei ricordare la popolazione civile inerme, innocente, vittima dell’arma della fame: se pensiamo alle circa 600 mila persone assediate e poi ancora ai circa cinque milioni che vivono in località di difficile accesso a causa della guerra; ancora, vorrei ricordare la popolazione civile in alcune zone vittime dell’arma della sete: pensiamo ad Aleppo dove qualche mese fa sono state chiuse le condutture dell’acqua; pensiamo ancora ai medicinali, alle volte anche questi usati come arma: in alcune località è vietato l’accesso ai medicinali, agli strumenti chirurgici …»

Mons. Zenari nella sua conversazione con la Radio Vaticana conclude: «Difficile prevedere (le prospettive) perché il conflitto è andato assumendo ogni anno aspetti particolari, complicazioni … Sono implicate diverse parti e questo è quello che lo rende molto difficile. All’inizio appariva una guerra civile, che già è una catastrofe; ma a questa si è aggiunta poi una guerra per procura, è subentrata poi un’altra guerra a complicare tutto ed è questa guerra dell’Isis, di Daesh, dello Stato islamico che ha portato ancora sofferenze enormi. E a questo proposito, parlando della sofferenza dei civili, vorrei ricordare quello che le Nazioni Unite, soprattutto in queste zone – anche in Siria, dove c’è questo Stato islamico – parlano ormai di un genocidio della popolazione yazida ad opera dell’Isis, dove in alcune zone le donne e le ragazze addirittura sono vendute e comperate al mercato come fossero delle bestie: a che punto siamo arrivati! A che punto la popolazione civile paga le terribili conseguenze di questa guerra così complicata!» 
(fonte: articolo "In Siria è in atto una guerra per procura dove i potenti mettono a disposizione le armi e il popolo è costretto ad offrire i morti" di Luis Badilla - Il Sismografo 09/08/2016)

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