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giovedì 7 aprile 2016

«Sì, il Vangelo è davvero il “Vangelo della Misericordia”, perché Gesù è la Misericordia!» Papa Francesco Udienza Generale 06/04/2016 (Foto, testo e video)

 6 aprile 2016 

Puntuale come sempre, Papa Francesco ha fatto anche oggi il suo ingresso in piazza San Pietro alle 9.30, per l’appuntamento del mercoledì con i fedeli, a cui stanno partecipando circa 25mila persone. In una giornata romana dal clima primaverile, Francesco è stato accolto dalla “ola” delle migliaia di persone presenti, che hanno sventolato bandiere variopinte, fazzoletti e palloncini multicolori, muniti di cellulari e tablet per gli immancabili “selfie” d’occasione. Ad attenderlo sul sagrato, per l’ultimo tratto che come di consueto percorre a piedi fino alla postazione centrale, un gruppo di figuranti in sgargianti costumi medievali che hanno fatto rullare i tamburi, dopo aver scandito con la loro ritmica tutto il tragitto della jeep bianca scoperta lungo i settori abbracciati dal colonnato del Bernini. Prima, però, il Papa si è letteralmente gettato sui fedeli che dietro la prima transenna centrale – guardando il palco – lo acclamavano a gran voce, stringendo mani e accarezzando ancora altri bambini, oltre a quelli già baciati e accarezzati fino a quel momento.





Il Vangelo della Misericordia

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Dopo aver riflettuto sulla misericordia di Dio nell’Antico Testamento, oggi iniziamo a meditare su come Gesù stesso l’ha portata al suo pieno compimento. Una misericordia che Egli ha espresso, realizzato e comunicato sempre, in ogni momento della sua vita terrena. Incontrando le folle, annunciando il Vangelo, guarendo gli ammalati, avvicinandosi agli ultimi, perdonando i peccatori, Gesù rende visibile un amore aperto a tutti: nessuno escluso! Aperto a tutti senza confini. Un amore puro, gratuito, assoluto. Un amore che raggiunge il suo culmine nel Sacrificio della croce. Sì, il Vangelo è davvero il “Vangelo della Misericordia”, perché Gesù è la Misericordia!

Tutti e quattro i Vangeli attestano che Gesù, prima di intraprendere il suo ministero, volle ricevere il battesimo da Giovanni Battista(Mt 3,13-17; Mc 1,9-11; Lc 3,21-22; Gv 1,29-34). Questo avvenimento imprime un orientamento decisivo a tutta la missione di Cristo. Infatti, Egli non si è presentato al mondo nello splendore del tempio: poteva farlo. Non si è fatto annunciare da squilli di trombe: poteva farlo. E neppure è venuto nelle vesti di un giudice: poteva farlo. Invece, dopo trent’anni di vita nascosta a Nazaret, Gesù si è recato al fiume Giordano, insieme a tanta gente del suo popolo, e si è messo in fila con i peccatori. Non ha avuto vergogna: era lì con tutti, con i peccatori, per farsi battezzare. Dunque, fin dall’inizio del suo ministero, Egli si è manifestato come Messia che si fa carico della condizione umana, mosso dalla solidarietà e dalla compassione. Come Lui stesso afferma nella sinagoga di Nazaret identificandosi con la profezia di Isaia: «Lo Spirito del Signore è sopra di me, per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore» (Lc 4,18-19). Tutto quanto Gesù ha compiuto dopo il battesimo è stato la realizzazione del programma iniziale: portare a tutti l’amore di Dio che salva. Gesù non ha portato l’odio, non ha portato l’inimicizia: ci ha portato l’amore! Un amore grande, un cuore aperto per tutti, per tutti noi! Un amore che salva!

Lui si è fatto prossimo agli ultimi, comunicando loro la misericordia di Dio che è perdono, gioia e vita nuova. Gesù, il Figlio inviato dal Padre, è realmente l’inizio del tempo della misericordia per tutta l’umanità! Quanti erano presenti sulla riva del Giordano non capirono subito la portata del gesto di Gesù. Lo stesso Giovanni Battista si stupì della sua decisione (cfr Mt 3,14). Ma il Padre celeste no! Egli fece udire la sua voce dall’alto: «Tu sei il Figlio mio, l’amato, in te mi sono compiaciuto» (Mc 1,11). In tal modo il Padre conferma la via che il Figlio ha intrapreso come Messia, mentre scende su di Lui come una colomba lo Spirito Santo. Così il cuore di Gesù batte, per così dire, all’unisono con il cuore del Padre e dello Spirito, mostrando a tutti gli uomini che la salvezza è frutto della misericordia di Dio.

Possiamo contemplare ancora più chiaramente il grande mistero di questo amore volgendo lo sguardo a Gesù crocifisso. Mentre sta per morire innocente per noi peccatori, Egli supplica il Padre: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34). E’ sulla croce che Gesù presenta alla misericordia del Padre il peccato del mondo: il peccato di tutti, i miei peccati, i tuoi peccati, i vostri peccati. E lì, sulla croce, Lui li presenta al Padre. E con il peccato del mondo tutti i nostri peccati vengono cancellati. Nulla e nessuno rimane escluso da questa preghiera sacrificale di Gesù. Ciò significa che non dobbiamo temere di riconoscerci e confessarci peccatori. Quante volte noi diciamo: “Ma, questo è un peccatore, ha fatto quello e quello...”, e giudichiamo gli altri. E tu? Ognuno di noi dovrebbe domandarsi: “Sì, quello è un peccatore. E io?”. Tutti siamo peccatori, ma tutti siamo perdonati: tutti abbiamo la possibilità di ricevere questo perdono che è la misericordia di Dio. Non dobbiamo temere, dunque, di riconoscerci peccatori, confessarci peccatori, perché ogni peccato è stato portato dal Figlio sulla Croce. E quando noi lo confessiamo pentiti affidandoci a Lui, siamo certi di essere perdonati. Il sacramento della Riconciliazione rende attuale per ognuno la forza del perdono che scaturisce dalla Croce e rinnova nella nostra vita la grazia della misericordia che Gesù ci ha acquistato! Non dobbiamo temere le nostre miserie: ognuno di noi ha le proprie. La potenza d’amore del Crocifisso non conosce ostacoli e non si esaurisce mai. E questa misericordia cancella le nostre miserie.

Carissimi, in questo Anno Giubilare chiediamo a Dio la grazia di fare esperienza della potenza del Vangelo: Vangelo della misericordia che trasforma, che fa entrare nel cuore di Dio, che ci rende capaci di perdonare e guardare il mondo con più bontà. Se accogliamo il Vangelo del Crocifisso Risorto, tutta la nostra vita è plasmata dalla forza del suo amore che rinnova.

Guarda il video della catechesi

Saluti:

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APPELLO

Oggi ricorre la Terza Giornata Mondiale dello Sport per la Pace e lo Sviluppo, indetta dalle Nazioni Unite. Lo sport è un linguaggio universale, che avvicina i popoli e può contribuire a far incontrare le persone e superare i conflitti. Perciò incoraggio a vivere la dimensione sportiva come palestra di virtù nella crescita integrale degli individui e delle comunità.

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Porgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. 
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In questo Giubileo Straordinario invito a riscoprire l’esigenza delle opere di misericordia corporali e spirituali come un’opportunità per alimentare la nostra fede.

Un particolare pensiero porgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Guardate al modello della Vergine Maria per vivere questo Tempo Pasquale in ascolto della Parola di Dio e con la pratica della carità, vivendo con gioia l’appartenenza alla Chiesa, la famiglia dei discepoli missionari del Cristo Risorto.

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Un incontro particolare per Papa Francesco al termine dell'udienza generale in piazza San Pietro. Il Pontefice, infatti, ha salutato Lizzy (Elisabeth) Myers, la bimba dell'Ohio che ha sei anni ed è destinata a diventare cieca e sorda per una rara malattia genetica. Papa Francesco ha avvicinato la piccola, ha posato la mano sui suoi occhi e ha scambiato qualche parola con lei e con i suoi familiari. 

 

Lizzy, affetta dallasindrome di Usher di tipo 2 che priva progressivamente di vista e udito, ha così coronato il suo sogno di vedere Roma e incontrare il Pontefice, insieme a Steve e Christine Myers, i suoi genitori, e la sorellina Kayla Mamma e papà avevano stilato per lei negli ultimi mesi una "lista di cose assolutamente da vedere", ma mai avrebbero pensato che essa potesse comprendere un viaggio a Roma, al di là delle loro possibilità economiche. E invece il sogno è diventato realtà grazie alla generosità del direttore generale della Turkish Airlines che, commosso dal destino di Lizzy, ha regalato alla famiglia Myers dei biglietti di andata e ritorno per qualsiasi destinazione nel mondo. La scelta dei genitori della bambina (la mamma è di origini italiane ed entrambi sono cattolici) è andata proprio a Roma. E la piccola vi ha aggiunto il desiderio di poter vedere almeno una volta il Pontefice. Ecco, quindi, che l'intera famiglia Myers è arrivata in Vaticano per l'incontro con papa Bergoglio


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