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lunedì 30 novembre 2015

MA DAI, NON AVER PAURA DEL PRESEPE


MA DAI, NON AVER PAURA DEL PRESEPE

A chi dimostra di temere il suo messaggio (accade ad esempio a Rozzano, nel Milanese, dove - in nome di un politically correct assurdo - il Natale si farà a gennaio), noi diciamo: per una volta provate ad ascoltare.

Arriva Natale e con le luci nelle strade e gli addobbi nei grandi magazzini ritornano i presidi, gli insegnanti e i genitori illuminati che cancellano presepe, Madonna, Giuseppe e soprattutto Gesù Bambino perché potrebbero offendere chi non ci crede. Adesso è la volta di Rozzano e del dirigente scolastico che rimanda a gennaio il Natale e lo chiama Festa della luce e, anzi, per l’occasione fa il giro di ronda per vedere se è rimasto qualche crocefisso nascosto, anche dopo la decisione del Consiglio di istituto di rimuoverli. 

Ma dai! Smettiamola con questo finto politically correct di quelli che si sentono sempre incaricati a parlare in nome di altri. Chi ha figli ne ha incontrati molti. Sono quelli che con fierezza e orgoglio ti dicono di essere laici – perché tu che cosa sei, invece? Una suora travestita? – e che “per difendere i diritti dei genitori atei o di altre fedi e per non ledere la loro sensibilità” chiedono cose assurde come la Festa della luce o quella dell’inverno… dove tutti si vogliono bene e hanno la possibilità di tagliare il panettone e brindare senza chiamare in campo cose trite e ritrite come la Buona novella e il Bambino che rende nuove tutte le cose (come se non ce ne fosse ancora più bisogno…).

Ma dai! Smettiamola con questa finta attenzione agli altri e anche con il desiderio di mettersi in mostra parlando a loro nome. Tanto poi, come è accaduto a tanti, ti viene vicina la mamma marocchina o il papà tunisino a chiedere curiosi che tradizione abbiamo per questo giorno caldo e a farsi spiegare di quel santo che aveva il nome di questo Papa, Francesco, e che trovava bello ricostruire la scena di una nascita che, nella sua povertà e grandezza, dovrebbe almeno provocare un po’ di silenzio e di sguardo dentro sé stessi… E quante volte quei bambini che cantano insieme - pensa persino Tu scendi dalla stelle (che a Rozzano non piace, manco fosse un canto di odio) – han fatto scendere qualche lacrima anche sul viso di chi non crede e ha perso ogni speranza al punto che vorrebbe calpestare anche quella degli altri che ne hanno ancora perché il sol vederla diventa insopportabile… 

Ma dai! Smettiamola con la paura di guardarla questa stalla che ogni tanto spunta tra mille alberi con le palline e anche di vederlo, il Piccolino, che forse non riuscirà nemmeno a diventare vecchio come tutti quei Babbi Natali, che invece fan tanta simpatia e sembrano non dar fastidio a nessuno, nemmeno la centesima volta che ti gridano «Oh Oh Oh» dalla porta del grande magazzino. Certo verrebbe da dire: “Allora voi che non avete niente da festeggiare state pure a scuola e in ufficio”, ma, si sa, la libertà delle persone è già stata infranta dal quel vecchiume della religione di stato che "obbliga" a far vacanza il 25 dicembre.

Invece, sommessamente, proviamo a consigliare - ovviamente nel rispetto delle sensibilità di tutti: almeno una volta, di nascosto dagli altri combattenti del laicismo becero, magari in una chiesa deserta o nella casa di chi insiste ancora, testardo e antiquato, a mettere in fila pecore e pastori per identificarsi nell’attesa, provate a guardarlo quel presepe, in silenzio, regalandovi qualche secondo pulito dalla paura e dalla rimozione. Potrebbe accadere anche a voi, dentro il vostro cuore, di sentirla, quella voce del neonato, che vi tocca e vi assicura che anche la vostra di vita può diventare tutta nuova.
(articolo di Renata Maderna su Famiglia Cristiana)