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domenica 27 settembre 2015

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n. 40/2014-2015 (B) di Santino Coppolino

'Un cuore che ascolta - lev shomea'

Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)

Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino


Vangelo: 
Mc 9,38-43.45.47-48  








La pagina del Vangelo di Domenica scorsa ci ha fatto riflettere sulla "Sequela Christi" che, come abbiamo visto, consiste nello scegliere l'ultimo posto e diventare il servo di tutti, facendo la scelta preferenziale dei piccoli, con i quali Gesù stesso si identifica. La parola chiave del brano di questa XXVI Domenica del T.O. è il termine:"Nome" riferito a Gesù. Nella realtà ebraica e semitica in genere, il nome rappresenta la realtà profonda e singolare della persona, l'individuo stesso, la sua essenza e la sua stessa presenza. Infatti nel vocabolario ebraico il termine HaShem (il Nome) viene utilizzato per evitare di pronunziare "YHWH", il sacro tetragramma, il nome stesso di Dio. E' in base al "Nome", cioè alla persona di Gesù, che possiamo determinare la sequela, la nostra e quella dei nostri fratelli. Allora seguire Gesù, agire nel suo nome, significa comportarsi come lui, fare le sue scelte di vita, seguire il suo cammino, fino a Gerusalemme, fino al Golgotha. La tentazione della Chiesa di ogni tempo sta nel volersi sostituire a Gesù: "Abbiamo visto uno che, nel tuo nome, cacciava i demoni e glielo abbiamo impedito perché non seguiva NOI !".
Nel Vangelo di Marco il primo tentativo l'abbiamo in 8,32ss, con Pietro che vuole impedire a Gesù di andare a Gerusalemme ponendosi davanti a lui e Gesù che lo ricaccia indietro insieme a tutti gli altri discepoli: "Vieni dietro a me, Satana !". Gesù è l'unico Maestro che dobbiamo seguire e nessun 
discepolo potrà mai prenderne il posto così come nessuna tradizione, fosse anche sacra, potrà mai smentire o sostituirsi al Vangelo. Al contrario, l'agire in nome nostro, rifiutare di essere servi come Gesù genera lo scandalo  "con il quale si rende un cattivo servizio ai fratelli, che qui sono chiamati "i piccoli", mettendo loro una pietra di inciampo sul cammino della loro sequela"(S,Fausti). Sotto la mano, il piede e l'occhio, ai quali siamo chiamati a rinunciare, sono nascoste le azioni (mano), i progetti di vita (piede) e i desideri (occhio) che impediscono la sequela come servizio nell'amore. In caso contrario non è possibile far parte del Regno, entrare nella Vita, ma siamo destinati alla Geenna, una valle fuori dalle mura di Gerusalemme dove nell'antichità venivano immolate vittime umane al dio Moloch e trasformata al tempo di Gesù in discarica pubblica, dove veniva bruciata senza soluzione di continuità la  spazzatura, simboli questi di una vita sprecata, votata a divinità di morte e destinata alla distruzione totale.