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martedì 29 settembre 2015

RIPLASMARE “L’UMANO NASCOSTO NEL CUORE” (1Pt 3,4) - HOREB n. 71 - 2/2015

RIPLASMARE “L’UMANO NASCOSTO NEL CUORE” (1Pt 3,4)


HOREB n. 71 - 2/2015


TRACCE DI SPIRITUALITÀ 

A CURA DEI CARMELITANI




«Il vostro ornamento non sia quello esteriore – capelli intrecciati, collane d’oro, sfoggio di vestiti – ma piuttosto, l’umano nascosto nel cuore, un’anima incorruttibile, piena di mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio» (1Pt 3,3-4). 

Così scriveva Pietro nella sua prima lettera, rivolgendosi alle donne. Riteniamo che l’esortazione dell’apostolo sia invito a riflettere non solo alle donne ma anche agli uomini, di tutti i tempi, perché c’è un “umano”, cioè, un desiderio di accoglienza, di tenerezza, di mitezza e di pace, presente nell’intimo di ogni persona che spesso viene soffocato dalla corazza che ognuno si ritaglia. Consentire a questo “umano” di determinare le nostre scelte e di affiorare nei nostri volti e nei nostri gesti è urgente, anche oggi, se vogliamo che la nostra storia abbia una svolta, un futuro. 

L'esperienza quotidiana, infatti, ci mette davanti il dramma dell'uomo che, nonostante le grandi conquiste, resta sull'orlo dell'abisso, della disperazione, e la tragedia di un’umanità divisa tra Nord e Sud, tra ricchi e poveri, tra efficienti e scarti. 

Questa situazione del mondo, ovviamente, non è dovuta al caso, ma è frutto di scelte ben precise, del passato e di oggi, ed è alla base del fenomeno della trasmigrazione di popoli dai paesi più poveri verso i paesi dove c’è maggiore benessere. 

Di fronte a questo fenomeno migratorio, sgretolato l’umano, si sta determinando “un naufragio delle coscienze” e, condizionati dalla paura, da una propaganda elettorale volgare, e dall’ignoranza, i verbi che spesso ritornano sulle labbra di molti sono: “bombardare”, “affondare”, “distruggere”, “respingere”. 

E allora è urgente recuperare l’umano, lasciandosi interpellare dal volto di Gesù, che ha fatto suo il volto del forestiero dell’affamato, del nudo, e lasciarsi interpellare, modificare, arricchire, ridefinire dal volto dell’altro, un volto che non ha barriere confessionali, politiche, sociali, di razza. 

Dall’esperienza umana di Gesù scaturisce un invito a saper guardare con lucidità i frammenti di storia, come spazio in cui Dio costruisce il Regno, a saper crescere nella consapevolezza che il Dio in cui crediamo è un Dio che non si è rifiutato di attraversare anche le tragiche esperienze di oscurità e di solitudine che segnano la vita di ogni uomo e che l’evento dell’Incarnazione e della Croce è in definitiva, lo spazio per il recupero della radicalità cristiana come annuncio di una forma storica di esistenza, caratterizzata dalla piena condivisione del destino umano per rendere trasparente l’amore gratuito e fedele di un Dio che, in Gesù uomo, ha dato totalmente se stesso per la vita degli uomini. 

Dentro questo orizzonte si muovono gli articoli della monografia.
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