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martedì 22 settembre 2015

Cari giovani, sognate! sognate! Apritevi a cose grandi!.. Papa Francesco VIAGGIO APOSTOLICO A CUBA/4

Cari giovani, sognate! sognate! Apritevi a cose grandi!.. 
Non chiudiamoci nelle conventicole delle ideologie o delle religioni, 
ma dobbiamo avere cuori aperti, menti aperte.
Papa Francesco 


VIAGGIO APOSTOLICO A CUBA/4

Incontro con i giovani del Centro Culturale
 PADRE FÉLIX VARELA

La Habana - Domenica, 20 settembre 2015



Al termine della celebrazione dei Vespri nella cattedrale dell’Habana, il Papa ha incontrato i giovani nell’ultimo appuntamento di una giornata molto densa . In migliaia sotto una leggera pioggia lo aspettavano davanti al Centro Culturale annesso alla Chiesa e intitolato a padre Félix Varela, educatore e servitore della patria. Un luogo emblematico, "culla dell’identità nazionale di matrice cristiana", ha detto il rettore padre Carvajal al Papa, dove gli universitari cubani a prescindere da fede e ideologie, si ritrovano “come un’unica famiglia”. E' stato un dialogo all’insegna della spontaneità e dell’entusiasmo, in cui Francesco ha lasciato ai giovani l’invito a sognare, a coltivare la speranza e la cultura dell’incontro.


... Nell’obiettività della vita deve entrare la capacità di sognare. E un giovane che non è capace di sognare è recintato in sé stesso, è chiuso in sé stesso. Tutti sognano cose che non accadranno mai… Ma sognale, desiderale, cerca orizzonti, apriti, apriti a cose grandi.... non tirarti indietro, apriti. Apriti e sogna. Sogna che il mondo con te può essere diverso. Sogna che se darai il meglio di te, aiuterai a far sì che questo mondo sia diverso. Non lo dimenticate, sognate. A volte vi lasciate trasportare e sognate troppo, e la vita vi taglia la strada. Non importa, sognate. E raccontate i vostri sogni. Raccontate, parlate delle cose grandi che desiderate, perché più grande è la capacità di sognare, più cammino hai percorso. Perciò, prima di tutto sognare
Hai detto una piccola frase che avevo scritto qui durante l’intervento, ma l’ho sottolineata e ho preso qualche appunto: che sappiamo accogliere e accettare chi la pensa diversamente. In realtà noi, a volte, siamo chiusi. Ci mettiamo nel nostro piccolo mondo: “O è così, o niente”. E sei andato oltre: che non ci chiudiamo nelle conventicole delle ideologie o delle religioni. Che possiamo crescere di fronte agli individualismi. Quando una religione diventa conventicola, perde il meglio che ha, perde la sua realtà di adorare Dio, di credere in Dio. È una conventicola. È una conventicola di parole, di preghiere, di “io sono buono, tu sei cattivo”, di prescrizioni morali. E quando io ho la mia ideologia, il mio modo di pensare e tu hai il tuo, mi chiudo in questa conventicola dell’ideologia.

Cuori aperti, menti aperte. Se la pensi in modo diverso da me, perché non ne parliamo? Perché stiamo sempre a litigare su ciò che ci separa, su ciò in cui siamo diversi? Perché non ci diamo la mano in ciò che abbiamo in comune? Dobbiamo avere il coraggio di parlare di quello che abbiamo in comune. E dopo possiamo parlare di quello che di diverso abbiamo o pensiamo. Ma dico parlare. Non dico litigare. Non dico chiuderci. Non dico “spettegolare”, come hai detto tu. Ma ciò è possibile solo quando ho la capacità di parlare di ciò che ho in comune con l’altro, di ciò per cui siamo capaci di lavorare insieme. A Buenos Aires – in una parrocchia nuova, in una zona molto, molto povera – un gruppo di giovani universitari stava costruendo alcuni locali parrocchiali. E il parroco mi ha detto: “Perché non vieni un sabato e così te li presento?”. Si dedicavano a costruire il sabato e la domenica. Erano ragazzi e ragazze dell’università. Sono andato e li ho visti, e me li hanno presentati: “Questo è l’architetto, è ebreo, questo è comunista, questo è cattolico praticante, questo è…”. Erano tutti diversi, ma tutti stavano lavorando insieme per il bene comune. Questa si chiama amicizia sociale, cercare il bene comune. L’inimicizia sociale distrugge. E una famiglia si distrugge per l’inimicizia. Un paese si distrugge per l’inimicizia. Il mondo si distrugge per l’inimicizia. E l’inimicizia più grande è la guerra. Oggigiorno vediamo che il mondo si sta distruggendo per la guerra. Perché sono incapaci di sedersi e parlare: “Bene, negoziamo. Che cosa possiamo fare in comune? Su quali cose non vogliamo cedere? Ma non uccidiamo altra gente”. Quando c’è divisione, c’è morte. C’è morte nell’anima, perché stiamo uccidendo la capacità di unire. Stiamo uccidendo l’amicizia sociale. Questo vi chiedo oggi: siate capaci di creare l’amicizia sociale.

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Discorso integrale





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