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mercoledì 19 agosto 2015

Se questo è un uomo, denunciava Primo Levi. Se questa è Europa, denunciamo noi. Non c'è più tempo...


SE QUESTA E' EUROPA.
GENOCIDIO TEMPO NIENTE.
di Leoluca Orlando*

"A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che «ogni straniero è nemico». Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente...
Parte del nostro esistere ha sede nelle anime di chi ci accosta: ecco perché è non-umana l’esperienza di chi ha vissuto giorni in cui l’uomo è stato una cosa agli occhi dell’uomo.”
(Se questo è un uomo - Primo Levi)


Sento, sentiamo in tanti, la vergogna di assistere ad un genocidio, ad un genocidio che 70 anni fa che Primo Levi ha con forza denunciato e che oggi non ha il volto del nazifascismo, ma ha il volto di una Unione Europea vittima di una "infezione latente", nascosta dietro egoismi sempre più criminogeni e criminali.
Se questo è un uomo, denunciava Primo Levi.
Se questa è Europa, denunciamo noi.
Non c'è più tempo di trarre conforto dal comportamento generoso di quanti in mare – dalla Guardia Costiera ai semplici pescatori, passando per Medici senza Frontiere e per tanti uomini di mare di diversa nazionalità - soccorrono migliaia di migranti; non è più tempo di ricordare la solidarietà e l’accoglienza esemplari delle comunità siciliane e la straordinaria collaborazione tra istituzioni e volontariato che si registra nei porti di Palermo, della Sicilia e di tante altre comunità e città del Meridione; non è più tempo di sottolineare che a fronte di quasi 300.000 migranti che sono passati attraverso la Sicilia negli ultimi 20 mesi non si è manifestato un solo significativo atto di razzismo e intolleranza, come purtroppo a volte è successo in altre comunità italiane cui è stato richiesto di accogliere 5, 10 o 20 migranti.
Non è più tempo di trarre conforto da testimonianze positive di generosità e di civile accoglienza.
Oggi non c’è più tempo per continuare a negare che la mobilità internazionale è un diritto umano inviolabile e che nessuno può essere costretto a morire nel luogo dove è nato.
Non c'è più tempo per continuare ad applicare i criminali e criminogeni accordi europei, che condannano alla schiavitù e alla pena di morte centinaia di migliaia di persone ad opera di criminali scafisti e anche troppo spesso di turpi speculatori della cosiddetta accoglienza.
Non c'è più tempo per ritardare ancora la abolizione del permesso di soggiorno, quale strumento di schiavitù e morte. Una proposta che è già stata codificata nella “Carta di Palermo” approvata a Palermo a marzo di quest’anno.
Non c'è più tempo per continuare in atteggiamenti che peseranno sulla stessa futura convivenza all'interno dell'Unione Europea.
Non c'è più tempo per l’immobilismo o per voltare lo sguardo da un’altra parte, come 70 anni fa compresero che non c’era più tempo coloro che anche a rischio della loro stessa vita tentarono di mettere in salvo le vittime designate della bestialità nazifascista.
Non c'è più tempo per l’indifferenza, come 70 anni fa compresero che non c'era più tempo per l’indifferenza i tanti partigiani che in Italia e in Europa ma anche in Germania con i giovani della Rosa Bianca fecero una scelta di parte.
Non c'è più tempo oggi per l'Unione Europea; si liberi subito dalla vergogna di ciò che peserà come un macigno sulla sua stessa ragione di esistere, da una vergogna che la Storia attribuirà alla responsabilità di quanti hanno avuto la possibilità di costruire una straordinaria esperienza di rispetto degli esseri e dei diritti umani ed hanno invece scelto la cieca e criminale obbedienza al Dio denaro.
Non c'è più tempo, come ci ricordano le migliaia di vittime; le migliaia di esseri umani di ogni età, religione, etnia, i cui resti sfigurati vengono recuperati nel mare e spesso senza il conforto di un nome e ancor più i cui resti restano inghiottiti senza il conforto di una sepoltura.

Non c'è più tempo, come ci ricordano le mamme, le figlie, i fratelli posti a migliaia dentro orrende zattere della morte e spesso posti nella disumana condizione di sopravvivere a discapito di altri figli, genitori, sorelle.
Non c'è più tempo, come ci ricordano quanti abbiamo incontrato e sentito raccontare terribili esperienze di violenza e brutalità, quanti abbiamo visto in lacrime silenziose tentare o non riuscire a riconoscere il corpo sfigurato di propri cari, madri incinte e bambini di appena un anno.
Non c’è più tempo per scegliere se essere complici di incivili criminali e della "civilissima" Europa che quelle migliaia di morti portano sulla coscienza.
Non c'è più tempo se non vogliamo essere rassegnati ad assumere in massa e definitivamente - pagandone in futuro le inevitabili conseguenze di odio e violenza - atteggiamenti criminali nei confronti di esseri umani colpevoli di essere a noi "stranieri nemici", soltanto perché non abbiamo scelto di rifiutare che l’uomo, qualsiasi essere umano possa essere “una cosa” agli occhi dell’uomo.
* Sindaco di Palermo

(Pubblicato da L'Unità il 17/08/2015)