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lunedì 15 giugno 2015

SUI PROFUGHI NON STIAMO ZITTI, SCUOTIAMOCI! "Quei 98 profughi che mi hanno scosso dentro" don Virgilio Colmegna e "Scegliere la risposta più umana" di Gino Strada

SUI PROFUGHI NON STIAMO ZITTI, SCUOTIAMOCI! 

"Quei 98 profughi che mi hanno scosso dentro"

 don Virgilio Colmegna






Mi scuserete se, per una volta, vi parlerò delle mie emozioni. Ma giovedì notte, dopo una lunga serata passata con gli operatori e gli ospiti della Casa della carità per trovare una sistemazione a 98 profughi accampati in Stazione centrale, tornando a casa avevo un groppo alla gola. Pensavo di essere abituato dopo le tante emergenze vissute in questi anni. Ma la fila di donne e di mamme con figli piccolissimi, di uomini dai volti distrutti dalla stanchezza scaricati a mezzanotte da due autobus dell’Atm, di bimbi aggrappati alla sottana di mamma, confesso, mi ha profondamente colpito. Come uomo, come prete, come operatore sociale.Ho avvertito un senso del limite e dell’impotenza della politica nel risolvere un così grande problema che ci interroga tutti, come uomini, come donne, come civiltà...
Porta a interrogarti sul fatto che quelle emergenze urlate sui giornali e in tv, gli allarmi scabbia, le paure sollevate apposta per sollecitare la più bieca reazione della gente, quando le incontri, le guardi, le tocchi con mano, vedi che sono persone e non numeri, persone come te e non pacchi, uomini e donne che si portano dentro un dramma che noi solo in parte possiamo immaginare.
...
Tante persone ho incontrato, ma non riesco ad essere indifferente. Anzi, guardando quei volti e ascoltando quelle storie, mi sono interrogato anche nella mia fede, nel mio modo di testimoniarla, sapendo che non risolve il problema. Mi sono sentito smosso nelle viscere, tradito dalla commozione.  .... giovedì notte, tornando a casa, ho sentito una gran voglia di raccogliere il profondo sentimento di commozione che avevo dentro ricordando gli inviti di Papa Francesco a non perdere il valore delle passioni e dei sentimenti, della necessità di rompere la scorza dura dell’indifferenza. Scusatemi se ho voluto condividere qui con voi queste mie sensazioni. È un modo per dire: non stiamo zitti, scuotiamoci!

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i profughi della stazione centrale



Il post di GINO STRADA pubblicato su facebook  il 14.06.2015