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sabato 6 giugno 2015

MAFIA CAPITALE - INCIVILTÀ LUCRARE SU IMMIGRATI - "Questo non è solo peccato, 50 mila volte più peccato" mons. Nunzio Galantino,segretario generale della CEI

MAFIA CAPITALE - 

INCIVILTÀ LUCRARE SU IMMIGRATI - 

"Questo non è solo peccato, 
50 mila volte più peccato"

 mons. Nunzio Galantino,s
Segretario generale della CEI


"Questa gente vede negli immigrati solo povera gente da sfruttare, numeri su cui lucrare e con cui fare i propri comodi, e questo non è solo peccato, 50 mila volte più peccato, ma è anche un gesto d'inciviltà, anzi, questa è prima di tutto inciviltà". Lo dice a Tv2000 il segretario generale Cei, mons. Nunzio Galantino. In riferimento agli sviluppi dell'inchiesta "Mondo di mezzo" che, questa ieri (05/06/2015), ha portato a nuovi arresti per associazione mafiosa nella gestione dei centri per gli immigrati, il segretario generale della Cei ha sottolineato la necessità di avere nei confronti dei malavitosi "massima fermezza". "Ciò - ha spiegato - non significa metterci contro qualcuno ma scegliere di metterci accanto a storie, persone, sogni e desideri veri, purtroppo sporcati dall'egoismo delle nazioni e da gente che, anche qui in Italia, parla solo alla pancia".

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No, l’accoglienza non è una truffa
don Virgilio Colmegna

Il nuovo capitolo dell’inchiesta di Mafia Capitale sta confermando che le emergenze sociali, come l'arrivo di tanti profughi e migranti, sono diventate un business ricco e appetibile per un sottobosco a cavallo tra malavita e malaffare, malaffare e corruzione politica. È un mix che purtroppo si ripropone spesso e che si ripresenta con una puntualità impressionante in ogni occasione, dal terremoto dell’Aquila al dramma dello smaltimento dei rifiuti nella Terra dei fuochi, con le sue tariffe, le sue minacce e con i suoi sberleffi sguaiati: dalle risate al telefono degli affaristi che si fregano le mani dopo il disastro abruzzese alla mucca che va munta di Mafia capitale.

Sulla pelle di migliaia di persone sfortunate, in fuga da guerre, in lotta per sopravvivere, emerge uno sfruttamento che, in barba ad appartenenze partitiche, a convinzioni ideologiche, a ragionamenti politici, unisce in un fronte unico la peggior politica e la peggior gestione del sociale in Italia. Con la conseguenza che nell’opinione pubblica si fa largo la convinzione che chi accoglie, chi lavora per dare un aiuto ai tanti profughi e migranti che arrivano nei nostri paesi e città, sotto sotto lo fa per interesse. Ovviamente non è così.  ... La magistratura accerterà illeciti, crimini e responsabilità. Ma sono necessarie anche una mobilitazione delle coscienze e una presa di posizione, forte e chiara, del mondo dell’associazionismo e del volontariato, laico e religioso, che rifiuta il marchio di “sono tutti uguali”. La corruzione politica va combattuta con la trasparenza: ogni numero, ogni convenzione, ogni servizio va documentato, reso noto (magari sul web) perché tutti sappiano nomi, cognomi, ragione sociale, appartenenza di chi ospita, rende un servizio sociale.

L’obbiettivo? Creare il vuoto attorno ai corrotti, far emergere i profittatori e le corruttele, denunciare i legami, quali che siano, con la politica e i suoi portaborse. Ribadire che l’assistenza non è un furto. Chiedere una nuova politica dell’immigrazione che sia rispettosa dei diritti, equa nella suddivisione dei costi sociali da affrontare tutti (in Italia come in tutta Europa), trasparente nella gestione, uniformata nella garanzia di qualità e portatrice di una cultura di responsabilità. ...
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