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venerdì 1 maggio 2015

1° maggio: festa di San Giuseppe lavoratore - il valore del lavoro - la lettera di don Tonino Bello a San Giuseppe


Intervista a padre Tarcisio Stramare, sacerdote degli Oblati di San Giuseppe. Padre Stramare è esperto di “giuseppologia” nonché direttore del Movimento Giuseppino.


Come si è passati dal 1° maggio, festa di lavoratori, alla festa di san Giuseppe lavoratore?
La festa di san Giuseppe lavoratore, istituita il 1° maggio 1955, è ovviamente recente; da parte sua, Pio XII voleva rivendicare al lavoro e alla sua “festa” il loro originario significato e valore cristiano. Il lavoro, infatti, non appartiene ad una ideologia o ad un partito, ma all’uomo; per tale motivo esso è stato, in modo particolare, redento da Gesù, tanto che Giovanni Paolo II, nell’enciclica Laborem exercens ha usato l’impegnativa espressione di “Vangelo del lavoro”.


Leggi tutto: IL LAVORO NON APPARTIENE AD UN'IDEOLOGIA MA ALL'UOMO

Se fatto con amore ed al servizio del bene comune il lavoro eleva l'umanità

Il lavoro, cioè la capacità di trasformare la materia animata e inanimata in beni e risorse che si moltiplicano e che vengono messi a disposizione di tutti, è una caratteristica che distingue l’umanità da tutte le altre specie.
Ha scritto a questo proposito Giovanni Paolo II “Il lavoro è una delle caratteristiche che distinguono l’uomo dal resto delle creature (…) il lavoro porta su di sé un particolare segno dell’uomo e dell’umanità, il segno di una persona operante in una comunità, e questo segno costituisce la sua natura”
Se questa verità antropologica il cristianesimo ha sviluppato una grammatica che noi oggi chiamiamo Dottrina Sociale della Chiesa.
Il cristianesimo infatti è la religione che più di tutte ha glorificato e magnificato il lavoro, San Giuseppe, Gesù Cristo, Paolo, Pietro, Maria e tutti gli apostoli lavoravano.
San Benedetto fondò il suo ordine monastico sulle basi di “ora, labora e sii lieto”...

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Per approfondire
Dottrina Sociale della Chiesa

Caro San Giuseppe, scusami se approfitto della tua ospitalità e, con una audacia al limite della discrezione, mi fermo per una mezz’oretta nella tua bottega di falegname per scambiare quattro chiacchiere con te... 
Audio completo della lettera che don Tonino Bello, Vescovo di Molfetta, scrive a San Giuseppe. (registrazione effettuata ad Assisi nel Dicembre 1987 del brano "La Carezza di Dio")