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domenica 8 febbraio 2015

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n. 9/2014-2015 (B) di Santino Coppolino

'Un cuore che ascolta - lev shomea' 

Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)


Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino


Vangelo: 
Mc 1,29-39


E' uno dei segni prodigiosi compiuti da Gesù che all'apparenza sembrerebbe insignificante, quasi da passare inosservato. Eppure l'evangelista Marco lo mette come primo miracolo, a rappresentare il quadro interpretativo di quelli che seguiranno, un segno che contiene una ricchezza di contenuto veramente unico. Gesù è appena uscito dalla sinagoga, dove ha compiuto un esorcismo su un uomo posseduto da uno spirito immondo, e subito si reca nella casa di Simone dove gli parlano della suocera malata, a letto con la febbre. Se consideriamo che, nei Vangeli, la casa è simbolo della Chiesa e la donna quello della comunità, è presto detto: non soltanto nella sinagoga ma anche nella sua Chiesa, fra i suoi discepoli Gesù scopre il virus di una realtà malata. La sua Chiesa è consumata da un fuoco ardente, il fuoco della bramosia del potere che la immobilizza e le impedisce di svolgere il ruolo per il quale è stata fondata: quello di accogliere e servire i fratelli. "La Chiesa e la comunità cristiana non sono per se stesse e per il proprio mantenimento o conservazione; ma esse devono sciogliersi, come il sale, il lievito e il seme, in un puro servizio per la liberazione totale dell'uomo" (S.Fausti).
Gesù prende la sua comunità per la mano (simbolo dell'azione dell'uomo) perché è proprio nella sua attività, nel suo impegno pastorale che la Chiesa deve essere guarita, purificata da quella sete di potere che la tormenta e la inchioda in un narcisismo mortale. Soltanto allora sarà abile alla diaconia, potrà al seguito di Gesù, accogliere sulla soglia di casa - come Abramo alle querce di Mamre accolse Dio (cfr Gen 18,1ss) - tutta l'umanità dolente, contemplando in essa il volto del suo Maestro e Signore.