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domenica 1 febbraio 2015

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n. 8/2014-2015 (B) di Santino Coppolino

'Un cuore che ascolta - lev shomea' 
Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)


Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino


Vangelo:  Mc 1,21-28



Subito dopo la chiamata alla sequela, Marco ci presenta Gesù come colui che insegna. L'evangelista non ci informa circa l'oggetto del suo insegnamento, afferma soltanto che Gesù suscita stupore, meraviglia in coloro che lo ascoltano. 
E' lo stupore, la meraviglia di chi, per la prima volta nella vita, ascolta una Parola nuova, una Parola che ridona speranza, un "Evangelo" che libera e risana coloro che lo accolgono. Chi non accoglie la novità di vita portata da Gesù sono coloro che, come gli scribi, ritengono loro stessi gli unici detentori e interpreti della Verità Rivelata, coloro che si chiudono e si trincerano nel: 
"Si è fatto sempre così, perché cambiare?".
Induriscono il loro cuore nascondendo a loro stessi e agli altri la verità rimanendo refrattari alla novità dello Spirito di Dio. Gli scribi (soferim), erano persone pie che, dopo un lunghissimo studio e approfondimento della Torah, ricevevano attraverso l'imposizione delle mani, lo Spirito di Mosè, lo Spirito della profezia. Da quel momento in poi diventavano i Teologi ufficiali, unici interpreti della Legge di Dio, e la loro autorità in materia religiosa era ritenuta persino più grande di quella dello stesso Sommo Sacerdote. Erano l'infallibile Magistero dell'epoca. Nel Talmud (libro sacro degli ebrei) si giunge ad asserire che:
"Le decisioni e le parole degli scribi sono superiori alla Torah"(Ber.M. 1,3). 
E' la mentalità frutto di quello spirito immondo che un tempo dimorava nella sinagoga di Cafarnao e che oggi non disdegna di aleggiare sulle nostre comunità, che prende possesso della vita dei credenti facendo di loro degli alienati, persone rese schiave dalla cupidigia, dall'egoismo, dalla sete di potere e dall'autoaffermazione. Questo spirito del male, che non proviene da Dio ma forze che si oppongono al suo disegno d'amore, sa' che nulla ha in comune con Gesù, che lo smaschera e lo vince. 
Lasciamoci allora esorcizzare da Gesù, permettiamo alla Parola del suo Vangelo di 'straziare' la nostra vita, perché da questa 'lacerazione' possa nascere un uomo nuovo, un uomo secondo il cuore di Dio.