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sabato 7 febbraio 2015

Prepararsi alla liturgia domenicale - V domenica del T.O. - "Lasciarsi mettere in piedi" di Antonio Savone

Prepararsi alla liturgia domenicale
V domenica del T.O.

"Lasciarsi mettere in piedi"
di Antonio Savone


Ad accompagnarci nel nostro percorso domenicale è il vangelo di Mc, meglio conosciuto come il vangelo del catecumeno, di chi, cioè, si sta aprendo alla fede. Mc ci ha presi per mano e attraverso l’esperienza dei discepoli che accompagnano Gesù, vuole portarci gradatamente a comprendere sempre di più i tratti di quel Maestro dietro cui abbiamo scelto di muovere i nostri passi.

Ci siamo sentiti interpellare quando ci ha annunciato un Dio alle porte della vita dell’uomo (il regno di Dio è vicino); ci siamo sentiti guardare con sguardo di predilezione quando aveva chiamato i primi discepoli a lasciare le loro occupazioni quotidiane per avventurarci in una nuova esperienza di vita.

Lo abbiamo accompagnato il mattino di un sabato nella sinagoga dove aveva compiuto un primo segno subito colto dalla gente: quell’uomo parlava in maniera diversa, nuova. Le sue parole avevano un timbro differente rispetto a quelle che si era soliti sentire sulla bocca degli scribi. In quella sinagoga c’era gente oppressa da un male che quasi faceva perdere il contatto con la realtà. E Gesù aveva liberato un uomo posseduto da uno spirito maligno. In quella sinagoga, noi per primi, abbiamo toccato con mano la necessità di riprendere il contatto con le cose nella giusta luce.

Gli avevano parlato, poi, della suocera di Simone, a letto con la febbre. E anche con lei Gesù aveva usato attenzione e vicinanza tanto da rimetterla in piedi. Ma quella guarigione era figura di ben altra guarigione, molto lenta, a cui dovrà sottoporre il gruppo dei Dodici che a fatica si lasceranno schiodare dal proprio “io” piuttosto gretto.

La suocera di Pietro, infatti, è figura di chi, a motivo della sua condizione di infermità, non può amare perché deve avere cura di sé: la malattia può rendere egocentrici, nel bene e nel male. Non poche volte la cura che il malato deve a se stesso, finisce per far chiudere gli occhi sulla situazione altrui. Per questo Gesù deve schiodarla dal suo ripiegamento e rimetterla in condizione di farsi carico di chi le sta attorno. Quante resistenze a essere schiodati dal delirio di un egoismo assoluto!
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Ma questa pagina di Mc annota un particolare che non può essere taciuto. Al mattino, quando ancora era buio, Gesù si ritira in un luogo appartato per pregare. C’è qualcosa di essenziale che va cercato nella solitudine e nella preghiera. Ecco dove nasceva quel suo diverso modo di parlare ed ecco dove attingevano forza e verità i gesti della cura.
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