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mercoledì 7 gennaio 2015

La strage di Charlie Hebdo: condannare la violenza del nome di Dio, opporsi tutti all'odio e dialogo per la pace

La strage di Charlie Hebdo: 
un fatto che chiede di schierarsi
di Christian Albini

Due fatti contemporanei, proprio di oggi.

A Parigi, la strage nella redazione della rivista satirica Charlie Hebdo, compiuta da fanatici islamisti, e già condannata dalle maggiori autorità musulmane francesi e mondiali.

A Roma, sei sopravvissuti al lager di Auschwitz e quattro imam francesi hanno partecipato stamani alla prima udienza generale del 2015, testimoniando al Papa, gli uni accanto agli altri, «l’urgenza della pace e l’impegno contro ogni violenza».

La prima, forte testimonianza di pace è quella dei quattro imam francesi che da anni lavorano insieme ai cattolici per promuovere un dialogo concreto. «Quando ci si conosce e si creano rapporti di amicizia è poi più facile anche affrontare le questioni più complesse» spiega monsignor Michel Dubost, vescovo di Evry-Corbeil-Essonnes, presidente del consiglio della Conferenza episcopale francese per le relazioni interreligiose. «Questa visita non è un fatto episodico, isolato. Siamo qui per dare un segnale comune del nostro impegno per la pace» dice, rimarcando «come questo sia il primo incontro di una così alta rappresentanza di musulmani francesi con il Papa».

Sono fatti che chiedono di schierarsi. Sì, esiste un fanatismo violento, intollerante, distruttore che va combattuto. E' un settore tenebroso dell'islam che richiede di saper riconoscere la sua parte migliore in una comune alleanza per la libertà e la convivenza.
La strage di Charlie Hebdo: un fatto che chiede di schierarsi. Sì, esiste un fanatismo violento, intollerante, distruttore che va combattuto. E' un settore tenebroso dell'islam che richiede di saper riconoscere la sua parte migliore in una comune alleanza per la libertà e la convivenza.

Scrive lucidamente Andrea Lavazza su Avvenire:

Oggi è stato messo nel mirino dei fanatici, quale che sia la loro ispirazione omicida e totalitaria, “Charlie Hebdo”. Domani potrebbe toccare ad altri mass media, “rei” di non allinearsi a quelle ideologie che, come scriveva Norberto Bobbio, dispregiano il rispetto dell’individuo e ne fanno “la particella di un tutto che lo trascende e trascendendolo pretenderebbe di sublimarlo”... (fonte: Sperare per tutti)

Qual è la vignetta peggiore? La caricatura disegnata su carta di Maometto e del sanguinario sedicente califfo al-Baghdadi oppure l’immagine vera, che sta facendo il giro del mondo, in cui due persone inneggiano ad Allah sparando il colpo finale a un poliziotto a terra già ferito, dopo che hanno fatto strage nella redazione di un giornale? Lo spietato attacco terroristico compiuto a Parigi contro il settimanale “Charlie Hebdo”, qualunque sia la sua matrice (e per ora la più probabile sembra quella dell’estremismo islamico), non può che suscitare il massimo orrore e la massima condanna per le vite umane innocenti che sono state stroncate...
Leggi tutto (articolo citato da Albini): Attacco di Parigi, colpita la libertà di espressione

"Sono l'impersonificazione del diavolo" Lo ha detto l'Imam di Drancy, Hassen Chalghoumi, davanti alla sede del settimanale Charlie Hebdo. "Tante volte ho lanciato l'allarme sui rischi di radicalizzazione", ha affermato ancora l' Imam, noto per le sue posizioni moderate e favorevoli al dialogo interreligioso. "Non è solo un orribile oltraggio alla libertà di stampa ma è un attacco a tutto il Paese". Ma "non dobbiamo fare alcuna amalgama tra l'Islam e questi barbari", ha concluso Chalghoumi. 

"... La violenza che cerca una giustificazione religiosa merita la più forte condanna, perché l’Onnipotente è Dio della vita e della pace.
Da tutti coloro che sostengono di adorarlo, il mondo attende che siano uomini e donne di pace, capaci di vivere come fratelli e sorelle, nonostante le differenze etniche, religiose, culturali o ideologiche." (Papa Francesco -Ankara, 28 novembre 2014)