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giovedì 19 giugno 2014

Papa Francesco UDIENZA GENERALE 18 giugno 2014 - foto, testo e video



 Piazza San Pietro 
 18/06/2014 

Anche questa volta, come è accaduto mercoledì scorso, l’udienza generale del Santo Padre ha avuto un “prologo” in Aula Paolo VI, dove intorno alle nove Papa Francesco ha fatto il suo ingresso per salutare i malati e i disabili, accompagnati dai loro familiari e dai volontari. Dopo averli salutati quasi uno per uno, con strette di mano, abbracci e carezze, il Papa ha spiegato che - a differenza della scorsa udienza, dove il problema era il sole troppo cocente - la scelta del “prologo” di oggi era dovuta alle previsioni di piogge ingenti nella Capitale, che del resto imperversano già da ieri e da stanotte. Con i disabili, in particolare i ragazzi, scambio di battute e qualche selfie con gli smartphone. “Pregate perché non piova così chi è fuori non si bagna”, ha detto congedandosi. 
In piazza, dopo il consueto giro in jeep per salutare i fedeli, accarezzare e baciare i bambini, scambiare battute e l'ormai consueto scambio della papalina, il Papa ha iniziato la catechesi con una battuta: “Complimenti a voi che siete venuti senza sapere se viene l’acqua, se non viene l’acqua... Bravi! Speriamo di finire l'udienza senza acqua, che il Signore abbia pietà di noi”.

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La Chiesa: 1. Dio forma un Popolo

Cari fratelli e sorelle, buongiorno. E complimenti a voi perché siete stati bravi, con questo tempo che non si sa se viene l’acqua, se non viene l’acqua… Bravi! Speriamo di finire l’udienza senza acqua, che il Signore abbia pietà di noi.
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Oggi incomincio un ciclo di catechesi sulla Chiesa. E’ un po’ come un figlio che parla della propria madre, della propria famiglia. Parlare della Chiesa è parlare della nostra madre, della nostra famiglia. La Chiesa infatti non è un’istituzione finalizzata a se stessa o un’associazione privata, una ONG, né tanto meno si deve restringere lo sguardo al clero o al Vaticano… “La Chiesa pensa…”.

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Saluti
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APPELLO

Dopodomani, 20 giugno, ricorre la Giornata Mondiale del Rifugiato, che la comunità internazionale dedica a chi è costretto a lasciare la propria terra per fuggire dai conflitti e dalle persecuzioni. Il numero di questi fratelli rifugiati sta crescendo e, in questi ultimi giorni, altre migliaia di persone sono state indotte a lasciare le loro case per salvarsi. Milioni di famiglie, milioni, rifugiate di tanti Paesi e di ogni fede religiosa vivono nelle loro storie drammi e ferite che difficilmente potranno essere sanate. Facciamoci loro vicini, condividendo le loro paure e la loro incertezza per il futuro e alleviando concretamente le loro sofferenze. Il Signore sostenga le persone e le istituzioni che lavorano con generosità per assicurare ai rifugiati accoglienza e dignità, e dare loro motivi di speranza. Pensiamo che Gesù è stato un rifugiato, è dovuto fuggire per salvare la vita, con san Giuseppe e la Madonna, è dovuto andarsene in Egitto. Lui è stato un rifugiato. Preghiamo la Madonna, che conosce i dolori dei rifugiati, che stia vicino a questi nostri fratelli e sorelle. Preghiamo insieme la Madonna per i fratelli e le sorelle rifugiati. [Ave Maria] Maria, madre dei rifugiati, prega per noi.

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Mi rivolgo infine ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Siamo alla vigilia del Corpus Domini. Cari giovani, l’Eucaristia sia il nutrimento principale della vostra fede; cari ammalati, specialmente i piccoli pazienti del Policlinico San Matteo di Pavia, non stancatevi di adorare il Signore anche nella prova; e voi cari sposi novelli, imparate ad amare sull’esempio di colui che, per amore, si è fatto vittima per la nostra salvezza.

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