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sabato 3 maggio 2014

Arena di Pace e Disarmo - Bilancio di una manifestazione riuscita


La soddisfazione per l’ottima riuscita dell’evento di Verona nelle parole dei rappresentanti delle Reti italiane della pace e della nonviolenza che lo hanno promosso.
La grande ed insperata presenza (oltre 13.000 partecipanti) dovrà dare forza ed entusiasmo alla campagna verso la “Difesa civile non armata e nonviolenta”.
Il grande evento “Arena di Pace e Disarmo” realizzato congiuntamente a Verona per il 25 aprile 2014 ha rimesso in moto energie, aspettative, entusiasmi che da tempo attendevano di trovare un punto di riferimento. Il successo ottenuto (e non solo in termini di partecipazione fisica) è dovuto senz’altro al fatto che si è trattato di un percorso condiviso, allargato, di un lavoro di “rete” che abbiamo saputo mettere in campo con una positiva ottica collaborativa.
La nostra intenzione ora è quella di valorizzare questo patrimonio rivalutato, che altrimenti rischiava di essere disperso, per proseguire nel cammino comune che ci siamo dati con la “Campagna disarmo, difesa civile non armata e nonviolenta”. Uno sforzo che prende avvio dai contenuti portati in Arena davanti a 13.000 persone. 

... Bandiere, slogan, ombrelli colorati, striscioni che hanno vestito a festa gli spalti e la platea dell’anfiteatro veronese brulicante di persone, il popolo della pace tornato in Arena al grido, questa volta, di «La resistenza oggi si chiama nonviolenza, la liberazione oggi si chiama disarmo». Una grande festa consumata tra cori e applausi alimentata dai gruppi di pacifisti che, per adesione spontanea o come aderenti ad associazioni, da diverse zone del Belpaese hanno raggiunto l’Arena di Verona, in pullman, treno e alcuni anche in bicicletta. Dai No Tav ai siciliani No Muos, non è mancato nessuno.
“E’ una grande soddisfazione – ha dichiarato Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento e uno degli organizzatori – riscontrare tanto entusiasmo da parte della popolazione nei confronti di questi temi. Confidiamo che l’eco di questo segnale forte arrivi fino alle stanze del potere e induca i nostri governanti a rivedere le politiche di investimento militare prendendo atto che la volontà del popolo si esprime in tutt’altra direzione”.
“E’ un modo diverso di festeggiare la nostra festa della Liberazione – ha sottolineato Padre Alex Zanotelli, promotore dell’iniziativa – perché sono le politiche della guerra che oggi dobbiamo scrollarci di dosso. Gli F35 sono una spesa inutile che la maggioranza degli italiani non vuole”.
E dalla festa si passa ora all’impegno che chiama in gioco la volontà di ognuno a continuare su questa strada in vista di nuovi ambiziosi obiettivi. Per dare la spallata finale alle politiche di militarizzazione e accendere una speranza alla pace che apra nuove strade di solidarietà sociale, tolleranza e diritti per tutti in una società che chiede sempre più di cambiare e diventare migliore di quel che abbia mai mostrato di essere.

La pagella di una manifestazione riuscita
Partecipazione. Ciclisti, podisti, pullman, treni. La partecipazione di minimo 13.000 persone (per la questura 1300) ha sorpreso tutti. Gli organizzatori in primis. I vigili del fuoco han dovuto ridistribuire bottigliette d’acqua. Sarà pur vero che nella contigua via Mazzini a far shopping nelle holding, poi criticate in Arena, si accalcava una folla tripla rispetto a quella del popolo della pace: ma la minoranza ha dato dimostrazione di esistere. Voto: 10
Accoglienza. Donne in nero, bandiere grandi come un campo da basket, ombrelli colorati, speakers contro la guerra, uomini sui trampoli, giovani clown dell’Arci che danzavano e fischiavano continuamente. Colori. Piazza Brà è stata animata dai pacifisti dopo la liturgica e retorica celebrazione svoltasi poco prima in città (scusate; ma i partigiani meritano così poco?) Voto: 9
Programma. Ricchissimo e ben movimentato: parole, musiche, video, danze, aerei di carta lanciati che riempiono lo spazio dell’Arena (ben altro rispetto agli F35!), minuto di silenzio di un’intensità impressionante per ricordare le vittime dei conflitti. Peraltro rispetto dei tempi; cosa rarissima nel mondo della pace. Grazie ad un paio di conduttori bravi ed inflessibili. Forse un po’ lungo per coloro che arrivavano da lontano. Voto: 9
Coreografia. Un palco da grandi concerti; altro che i precedenti. Luci e megaschermi. Attorno all’Arena striscioni; bandiere della pace ovunque. Verona tappezzata dalla vignetta di Vauro. Anche le lettere NOF35 hanno fatto la loro figura; in solitaria sui gradoni alle spalle del palco. Una pace non più improvvisata. Voto: 8,5
Regìa. Non è facile coordinare un evento che intercali diversi linguaggi: parole, note, danze, silenzio. Ma il fischio di un microfono, la “non voce” pervenuta di alcuni video ed il ritardo di qualche artista sono piccole sbavature che hanno un po’ rovinato i contenuti di un pomeriggio molto bello. Voto 6
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