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giovedì 6 marzo 2014

Papa Francesco al clero romano: "Il prete è uomo di misericordia e di compassione, vicino alla sua gente e servitore di tutti... Quanto bene fa l’esempio di un prete misericordioso"

Una lunga meditazione sulla misericordia, costellata di aneddoti personali dell’epoca di Buenos Aires, domande dirette (“La sera, come concludi la tua giornata? Con il Signore o con la televisione?”), battute (“Dicono che io bastono i preti!”), espressioni immaginifiche (Mosè “aveva i pantaloni” quando difendeva il suo popolo dinanzi a Dio). Così Papa Francesco si è rivolto ai parroci romani ricevuti in Vaticano per la tradizionale udienza di avvio di Quaresima. L’occasione, per Jorge Mario Bergoglio, per raccomandare – sulla scia dell’insegnamento di Giovanni Paolo II – di non dimenticare “il magistero della Chiesa” per quanto riguarda la misericordia. (fonte: VATICAN INSIDER)

Il Papa ha iniziato con una preghiera per don Luigi Retrosi, parroco di Sant’Ambrogio all’Aurelio, spentosi ieri all’età di 74 anni. Poi ha detto di essere stato molto colpito e di aver condiviso il dolore di alcuni sacerdoti per le accuse ingiuste ricevute. “Voglio dire pubblicamente – ha detto – che io sono vicino al presbiterio, perché qui gli accusati non sono 7-8-15… E’ tutto il presbiterio, nella persona di questi 7-8-15… (applausi). Anche voglio chiedere scusa a voi non tanto come vescovo vostro, ma come incaricato del servizio diplomatico, come Papa, perché uno degli accusatori è del servizio diplomatico. Ma questo non è stato dimenticato: si studia il problema, perché questa persona sia allontanata … Si sta cercando la via… E’ un atto grave, di ingiustizia! Vi chiedo scusa per questo”. (applauso) (fonte: Cerco il Tuo volto)

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Quando insieme al Cardinale Vicario abbiamo pensato a questo incontro, gli ho detto che avrei potuto fare per voi una meditazione sul tema della misericordia. All’inizio della Quaresima riflettere insieme, come preti, sulla misericordia ci fa bene. Tutti noi ne abbiamo bisogno. E anche i fedeli, perché come pastori dobbiamo dare tanta misericordia, tanta!
Il brano del Vangelo di Matteo che abbiamo ascoltato ci fa rivolgere lo sguardo a Gesù che cammina per le città e i villaggi. E questo è curioso. Qual è il posto dove Gesù era più spesso, dove lo si poteva trovare con più facilità? Sulle strade. Poteva sembrare che fosse un senzatetto, perché era sempre sulla strada. La vita di Gesù era nella strada. Soprattutto ci invita a cogliere la profondità del suo cuore, ciò che Lui prova per le folle, per la gente che incontra: quell’atteggiamento interiore di “compassione”, vedendo le folle, ne sentì compassione. Perché vede le persone “stanche e sfinite, come pecore senza pastore”. Abbiamo sentito tante volte queste parole che forse non entrano con forza. Ma sono forti! Un po’ come tante persone che voi incontrate oggi per le strade dei vostri quartieri… Poi l’orizzonte si allarga, e vediamo che queste città e questi villaggi sono non solo Roma e l’Italia, ma sono il mondo… e quelle folle sfinite sono popolazioni di tanti Paesi che stanno soffrendo situazioni ancora più difficili…
Allora comprendiamo che noi non siamo qui per fare un bell’esercizio spirituale all’inizio della Quaresima, ma per ascoltare la voce dello Spirito che parla a tutta la Chiesa in questo nostro tempo, che è proprio il tempo della misericordia. Di questo sono sicuro. Non è solo la Quaresima; noi stiamo vivendo in tempo di misericordia, da trent’anni o più, fino adesso.
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