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venerdì 21 marzo 2014

Il primo giorno di pri­ma­vera è la Gior­nata della memo­ria e dell'impegno - a Roma Libera in preghiera con il Papa ed i familiari delle vittime innocenti delle mafie

NON BASTA RICORDARE
Il 21 di marzo, ormai da 19 anni, non è più sol­tanto il primo giorno di Pri­ma­vera. Oggi, come ogni anno, in tutta Ita­lia si ricor­dano tutte le vit­time inno­centi delle mafie. Sono circa 900. Un lungo elenco per ricor­dare tutti, ma pro­prio tutti quei cit­ta­dini e cit­ta­dine che hanno perso la vita per la nostra libertà, la nostra demo­cra­zia. Lo fac­ciamo insieme, nella Gior­nata nazio­nale della memo­ria e dell'impegno pro­mossa da Libera e Avviso pub­blico, per­ché vogliamo che in que­sto giorno di risve­glio della natura anche il nostro con­te­sto sociale si ri-svegli e ri-parta la pri­ma­vera della spe­ranza, della verità e della giustizia.
Quest'anno i nomi e i cognomi delle vit­time inno­centi di mafia ver­ranno scan­diti durante la veglia con oltre 700 fami­liari che si svol­gerà nella chiesa di San Gre­go­rio a Roma insieme a Fran­ce­sco. Un dono, la pre­senza del Papa, che li aiu­terà a tra­sfor­mare ancora di più il loro dolore, silen­zioso, riser­vato, più vivo di prima nono­stante il tra­scor­rere del tempo, in impe­gno forte, quo­ti­diano per la verità e la giu­sti­zia. Quell'impegno che è richie­sto a cia­scuno di noi se non vogliamo che la memo­ria diventi reto­rica, cele­bra­zione. Per­ché non basta ricor­dare. Le vit­time delle mafie non hanno vis­suto per essere ricor­date. Hanno vis­suto per la giu­sti­zia sociale, quindi per tutti noi. E abbiamo solo due modi cre­di­bili per ricor­darle: impe­gnarci a rea­liz­zare i loro ideali e non lasciare mai solo i loro familiari.
È il patto che rin­no­ve­remo oggi, nella chiesa di San Gre­go­rio e in tulle le piazze d'Italia in cui faremo vivere que­sto primo giorno di pri­ma­vera come Gior­nata della memo­ria e dell'impegno.
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PAPA FRANCESCO, LA SCUOLA E LO SPORT CONTRO LE MAFIE CHE RUBANO IL FUTURO

Scriveva il giudice Antonino Caponnetto che la «mafia ha più paura della scuola che della giustizia». Non era retorica. Tutto ciò che significa accendere le luci, sentirsi meno soli, tutto ciò che si fa trasformando l'«io» in «noi», fa paura ai poteri criminali che vivono invece di occulto, di oscuro, di nascosto. Per questo la mafia ha paura anche dello sport. 
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Ogni anno, dal 1996, il 21 marzo, primo giorno di primavera, Libera, "Associazioni, nomi e numeri contro le mafie", ricorda in tutta Italia le vittime innocenti della criminalità organizzata con una "Giornata della Memoria e dell'Impegno". Ogni anno la manifestazione principale si tiene in una città d'Italia diversa, quest'anno (il 22 marzo) a Latina. E domani arriveranno da tutta Italia 700 familiari delle vittime delle mafie, credenti e non credenti, per partecipare a una veglia di preghiera con Papa Francesco. All'appuntamento, dalle 17,30 alle 19 nella parrocchia di San Gregorio VII, poco lontano dal Vaticano ma fuori dallo Stato pontificio, parteciperanno anche i rappresentanti territoriali di Libera, presente con 1600 associazioni in tutta Italia. Don Luigi Ciotti, fondatore dell'Associazione, racconta come è nato l'incontro con Jorge Mario Bergoglio.
"Quando ho incontrato papa Francesco ho espresso il desiderio di tanti, di molte famiglie di vittime della mafia, di chi fa parte di Libera e del gruppo Abele, e gli ho chiesto se potesse partecipare a questo momento di preghiera che facciamo ogni anno. Il Papa non ha esitato a dire 'vengo', con semplicità e affetto. L'incontro si svolgerà non in Vaticano, ma nella parrocchia di San Gregorio VII, una scelta che mette al centro l'ascolto e le relazioni di questi famigliari di persone strappate loro dalla mafia. La stragrande maggioranza delle vittime di mafia sono persone non conosciute. Questo appuntamento, la giornata della memoria e dell'impegno, è nato a Palermo alcuni anni fa. Stavamo ricordando i magistrati uccisi dalla mafia, accanto a me c'era una signora che piangeva disperata, poi mi ha preso la mano e mi ha chiesto: ma perché non dicono il nome di mio figlio? Era la madre di Antonio Montinaro (caposcorta del giudice Falcone, ndr), morto per la stessa ragione per cui sono morti i giudici che accompagnava. Il primo diritto di ogni persona è essere ricordata per nome. Per questo ogni anno leggiamo, in tutte le città in cui siamo presenti, tutti i nomi delle vittime di mafia. E il Papa domani pomeriggio sarà con noi durante tutta la Veglia a cui verranno letti questi nomi".
Proprio in questi giorni, il 19 marzo, è stato l'anniversario della morte di don Giuseppe Diana, ucciso venti anni fa dalla camorra.
"Per vent’anni il 19 di marzo sono sempre andato a Casal di Principe per ricordarlo. Per tanti anni eravamo pochi... ma ad esempio gli scout non lo hanno mai abbandonato il nostro don Peppino. Quest'anno, per il ventesimo anniversario, eravamo tanti. La sua memoria, domani la veglia a Roma, poi la manifestazione con migliaia di persone a Latina sono eventi legati tra loro. Domani è il primo giorno della primavera e vogliamo che sia una primavera di giustizia, di diritti, di libertà".
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UN INCONTRO CHE È UN DONO

«Per i famigliari delle vittime innocenti delle mafie l'incontro con Papa Francesco è un dono. Un dono tanto più grande perché precede, anzi apre, la "Giornata della memoria e dell'impegno".
Il 21 marzo è per loro - e sarebbe bello lo diventasse, istituzionalmente, per tutti gli italiani - il giorno in cui i loro cari, in tante città d'Italia, vengono chiamati per nome, uno a uno, in un appello rivolto alle coscienze di tutti. 
Quei nomi vengono pronunciati ma sono quei nomi, in realtà, a chiamarci.
La disponibilità del Papa ad accompagnare i famigliari a questo momento carico di dolore ma anche di speranza, è segno di un'attenzione e di una sensibilità che loro hanno colto sin dal primo momento. Attenzione verso tutta l'umanità fragile, ferita. Ma attenzione, anche, per lo specifico tema delle mafie, della corruzione, delle tante forme d'ingiustizia che negano la dignità umana. Voce di una Chiesa che salda il Cielo e la Terra, e che della denuncia fa annuncio di Salvezza. 
Molte di quelle vittime erano "giusti". Persone che non hanno esitato a mettere la propria vita al servizio di quella degli altri, anche a costo di perderla. È questa giustizia delle coscienze, prima che delle leggi, il dono che ci hanno lasciato. Condividerlo è nostro compito quotidiano. Condividerlo con Papa Francesco è la più grande delle gioie». don Luigi Ciotti 
(fonte: LIBERA)

Diretta della veglia partire dalle ore 17:00 su Rai1 "Vita in diretta", Rainews, SkyTg24, TvSat2000, Corriere.it, RepubblicaTv, Radio Vaticana.