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sabato 22 marzo 2014

21 Marzo Gior­nata nazio­nale della memo­ria e dell'impegno Veglia di preghiera con Papa Francesco / 1 (testi, foto e video)



21 Marzo Gior­nata nazio­nale della memo­ria e dell'impegno
Veglia di preghiera con Papa Francesco
 

Al suo arrivo lo hanno accolto il fondatore di Libera Don Luigi Ciotti e il parroco padre Paolo. 
Abbraccio fra don Luigi Ciotti e papa Francesco appena sceso dall'automobile per la visita alla parrocchia San Gregorio VII in occasione della veglia di Libera per le vittime delle mafie. 
Papa Francesco poi è entrato in chiesa mano nella mano con don Luigi Ciotti. 
All’interno del tempio lo hanno salutato il presidente del Senato Pietro Grasso, la presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi e il sindaco di Roma Ignazio Marino.
Il Santo Padre ha stretto le mani dei famigliari delle vittime, una folla lo aspettava davanti alla chiesa.

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Prima di raggiungere il presbiterio della chiesa, il Papa Francesco ha salutato personalmente molti dei 700 familiari delle vittime innocenti delle mafie, che si assiepavano alle transenne che dividono in due settori i banchi dell’aula liturgica.
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... Il saluto al Papa in rappresentanza delle oltre 15 mila persone che hanno perso un loro caro per mano della violenza mafiosa è stato pronunciato daStefania Grasso, figlia di Vincenzo Grasso, l'imprenditore di Locri (Reggio Calabria) assassinato dalla ‘ndrangheta il 20 marzo 1989 per le sue denunce contro le richieste estorsive: «Vogliamo andare avanti per testimoniare il loro esempio, la ringraziamo nella certezza che questo di stasera sarà l'inizio di un percorso, ci guardi, Santo Padre», ha detto. «Guardi ognuno di noi, legga nei nostri occhi il dolore della perdita di un padre, di una madre, di un figlio, di un fratello, di una sorella, di una moglie, di un marito. Guardi nel nostro volto i segni della loro assenza, ma anche del loro coraggio, del loro orgoglio della nostra voglia di vivere». E , ha proseguito,«guardi le nostre mani, il loro continuare a fare. Ci guardi, capaci di andare avanti per testimoniare il loro esempio. 
Ma soprattutto guardi e legga nel nostro cuore la speranza di coloro che sono certi che le cose possono cambiare». Per questo «continuano a combattere e noi guardiamo a lei, Santo Padre, per ringraziarla di essere qui adesso, oggi qui con noi, nella certezza che questo non sarà un momento ma un percorso da fare insieme: un percorso, un cammino che porti pace, verità e giustizia nelle nostre vite, ma soprattutto nel nostro paese»...

Papa Francesco - seduto su una semplice sedia accanto a don Luigi Ciotti - ha ascoltato con il capo chino l’elenco degli 842 nomi delle vittime di mafia, nella cui lettura si sono impegnati diversi dei loro familiari ed infine gli ultimi nomi, tra cui quelli dei bambini uccisi nelle ultime settimane, sono stati letti dall'ex procuratore di Torino Giancarlo Caselli. 
Il Papa ha assistito alla lunga lettura in silenzio, con gli occhi lucidi per la commozione.
Poi è stato proclamato il Vangelo delle Beatitudini. 
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... Nella chiesa di San Gre­go­rio VII, a due passi dal Vati­cano, i fami­liari delle vit­time inno­centi uccise dalle mafie sono 900, insieme ai ragazzi di Libera, al pre­si­dente del Senato Pie­tro Grasso, alla pre­si­dente della Com­mis­sione anti­ma­fia Rosy Bindi e al pro­cu­ra­tore nazio­nale anti­ma­fia Franco Roberti. La chiesa è piena, ci sono anziani che hanno perso figlie e figli, ci sono i gio­vani e anche qual­che bam­bino che hanno avuto le loro madri e i loro padri uccisi. Volti cono­sciuti, come quello di Maria Fal­cone – la sorella del magi­strato fatto sal­tare in aria insieme alla moglie Fran­ce­sca Mor­villo e agli uomini della scorta –, i fra­telli di don Puglisi e don Diana, il figlio di Pio La Torre. 
E poi tante sto­rie meno note ma ugual­mente dram­ma­ti­che, come quella del cro­to­nese Gio­vanni Gabriele, il padre di Dome­nico, morto il 20 set­tem­bre 2009, dopo 85 giorni di coma, col­pito insieme ad altri ragazzi, men­tre gio­ca­vano a cal­cio, dai kil­ler della ‘ndran­gheta che erano andati lì per ucci­dere Gabriele Mar­razzo. Da qual­che anno Gio­vanni Gabriele gira l’Italia ed entra nelle scuole a par­lare di lega­lità e di giu­sti­zia agli ado­le­scenti. E par­te­cipa alla Gior­nata della memo­ria e dell’impegno in ricordo delle vit­time delle mafie pro­mossa da Libera e da Avviso pub­blico, «per­ché è impor­tante tenere viva la memo­ria», ci dice prima di entrare in chiesa. Oggi, insieme agli altri 900 fami­liari, sarà a Latina per le mani­fe­sta­zioni della Gior­nata e sfi­lerà per le strade del capo­luogo pon­tino con la foto di suo figlio appesa al collo, come face­vano e fanno le madres dei desa­pa­re­ci­dos argentini.
«Le per­sone che sono qui hanno sto­rie e rife­ri­menti diversi. Ma sono acco­mu­nate dal biso­gno di verità e di giu­sti­zia, un biso­gno che per molti è ancora vivo e lace­rante», dice don Ciotti durante il suo inter­vento in cui ricorda non solo i morti di mafia.


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