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domenica 23 febbraio 2014

Riflessione di Enzo Bianchi sul Vangelo della domenica




Riflessione di Enzo Bianchi
sul Vangelo della domenica

VII domenica del Tempo Ordinario anno A
Mt 5,38-48

Da due domeniche siamo in ascolto del discorso della montagna, fatto da Gesù ai discepoli e alle folle, secondo Matteo. Oggi ascoltiamo le ultime due antitesi pronunciate da Gesù: “Avete inteso che fu detto … ma io vi dico”. Siamo posti davanti alle esigenze più radicali che il Maestro rivolge ai suoi discepoli come comandamenti: esigenze radicali di negazione di ogni risposta violenta alla violenza e di amore fino all’estremo.
Gesù ricorda ciò che nell’antichità era tradizionale – risaliva già al codice di Hammurabi (metà XVIII secolo a.C.) – ed era ripreso nella Torah come “legge del taglione”: “occhio per occhio, dente per dente” (Es 21,24; Lv 24,20; Dt 19,21). Una legge che aveva il senso preciso di arginare la violenza, di non moltiplicarla o accrescerla, facendola almeno restare nello spazio della reciprocità e fissando una misura alla punizione.
Ma Gesù si oppone a questa legge e, con l’autorità di chi pretende di risalire alla volontà del Legislatore, chiede di rinunciare a esercitare questo diritto, di non perseguire questa giustizia retributiva, ma di far cessare subito la violenza, non rispondendo all’offesa. Il malvagio resta un malvagio che commette il male, ma al male inflitto non si deve rispondere: se qualcuno ti dà uno schiaffo, tu devi porgere l’altra guancia; se qualcuno vuole la tua tunica, devi lasciargli addirittura il mantello e non contendere con lui in tribunale; e se qualcuno ti obbliga a camminare con lui, acconsenti… 
...
Occorre avere i pensieri e i sentimenti di Dio, occorre guardare a essi e non ai nostri. Dio è misericordioso, e come “fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti”, così è capace di misericordia anche per quelli che gli sono nemici e contraddicono la sua volontà. E se i credenti in Dio, in Gesù Cristo si fermassero alla logica della reciprocità, in che cosa differirebbero dai non discepoli, dai pagani? Dove starebbe la “differenza cristiana”? Non ci sono limiti alla legge dell’amore, e l’etica dell’amore è un’etica di eccesso proposta a tutti i cristiani.
Il comando di Dio nella Torah era: “Siate santi, perché io sono santo” (Lv 19,1), cioè sappiatevi distinguere dagli altri popoli, come io sono altro, distinto dal mondo. Secondo Matteo, Gesù lo trasforma in: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli”, cioè siate maturi fino all’apice, siate senza contraddizione. E l’interpretazione ultima è quella di Luca che – seguendo il Targum (parafrasi aramaica) a Lv 22,28: “Come io sono misericordioso in cielo, così voi siate misericordiosi sulla terra” – giunge a questa straordinaria, definitiva sintesi: “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso” (Lc 6,36).

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