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lunedì 3 febbraio 2014

Don Ciotti e l'odore di pecora

L'udienza del papa a Hollande, il Consiglio permanente della CEI, il furto di una reliquia di Giovanni Paolo II, la celebrazione del Giorno della memoria e il patchwork di notizie sul «Francesco feriale»: questi, in ordine crescente di titoli ricevuti, gli argomenti religiosi che i quotidiani italiani hanno giudicato più interessanti nella settimana appena trascorsa (25-31 gennaio2014).
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Infine, si sono letti 62 titoli sommando assieme i tanti atti «feriali» od ordinari di papa Francesco e/o alcuni fatti collegati. Ad esempio, questa settimana hanno fatto faville l'attacco dei rapaci alle colombe liberate domenica 26 in San Pietro, un graffito su un muro di Roma che lo dipinge come Superman e la cover story dell'ultimo Rolling Stone, stigmatizzata ufficialmente perché rozza nell'interpretare il papato attuale nel senso della discontinuità col precedente. Ma anche il dolore del papa per l'assassinio di Cocò Campolongo, il bambino di tre anni morto bruciato per mano della 'ndrangheta, e l'appello ai suoi killer al pentimento e alla conversione.
Si ricollega a quest'ultimo gesto l'incontro tra Francesco e don Luigi Ciotti, avvenuto presso Casa Santa Marta il 21 ma del quale il fondatore del Gruppo Abele e di Libera ha dato conto anche in una bella intervista a Paolo Rodari, su La Repubblica del 31.
L'intervista dice dell'impressione che Ciotti ha ricevuto dall'incontro con papa Bergoglio - e conosco abbastanza don Luigi per sapere che non è facile impressionarlo, e che non è uomo da dire una cosa solo perché ci si aspetta che la dica.
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Don Ciotti ha 68 anni. Non potrebbe, santo padre Francesco - scusi se mi permetto -, chiedergli il sacrificio di servire la Chiesa italiana come vescovo, nei prossimi anni? Lei lo ha incontrato a tu per tu: ha addosso un odore di pecora (anzi di agnello, vista la preoccupazione verso i ragazzi che vivono ai margini) che non gli si sta vicino. La Chiesa che egli testimonia è incidentatissima, per quanto è stata estroversa: più che un ospedale da campo, un camper ammaccato. Sul disinteresse per la ricchezza e il potere personali, niente da dire. Sa «misericordiare» come pochi. E l'ingiustizia proprio non la sopporta. Pensi che bravo vescovo sarebbe... E mi creda, ne abbiamo degli altri, in Italia, con questo profilo.

P.S.: Santo padre, la stessa idea è venuta anche a Gad Lerner. Solo che lui si è allargato un bel po' e lo ha candidato addirittura come futuro presidente della CEI. A me questa sembra una di quelle cose che si dicono quando si fa a chi la spara più grossa... ai giornalisti capita: abbia pazienza. Ma a farlo vescovo, per esempio a Locri-Gerace, che è vacante, o a Tortona, per dire, dove il vescovo è già dimissionario per età, ci pensi. A meno che, santo padre, non ci abbia già pensato.

Leggi tutto: Don Ciotti e l'odore di pecora di Guido Mocellin 

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