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domenica 17 novembre 2013

L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è agitarci - Omelia di don Antonio Savone nella 33ª Domenica del Tempo Ordinario

Omelia di don Antonio Savone 
nella 33ª Domenica del Tempo Ordinario
Anno C - 17 novembre 2013

L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è agitarci


Ml 3,19-20
Sal 97
2Ts 3,7-12
Lc 21,5-19



L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è agitarci.
A dircelo non è chissà quale neurologo di fiducia ma lo stesso Gesù il quale, a chi esaltava compiaciuto la bellezza e la ricchezza del tempio di Gerusalemme, dichiara che di tutto quello che stavano ammirando non sarebbe rimasto pietra su pietra. E non c’è da agitarsi di fronte all’annuncio della distruzione di una struttura religiosa che per Israele rappresentava ciò che costituiva l’identità del suo essere il popolo che Dio aveva scelto? Non c’è da agitarsi di fronte ad eventi (terremoti, carestie, guerre) che segnano inesorabilmente il corso della storia? Non c’è da agitarsi di fronte a relazioni (persino quelle familiari) che invece di essere aperte al riconoscimento e all’accoglienza diventano grembo di sfiducia e di tradimento?
No, sembra dire Gesù, non c’è da agitarsi.
È venuto il tempo, infatti, in cui Dio non abita più in un tempio fatto da mani d’uomo ma nel cuore e nella storia di ognuno di noi. Possono cadere tutte le strutture pure preposte ad essere segno di Dio in un certo tempo e in un certo luogo ma l’amicizia e il legame di Dio con l’umanità non viene meno. Il crollo di un tempio, di un mondo o di determinate relazioni segna, infatti, l’inizio di un mondo nuovo all’interno del quale per i cultori del nome di Dio sorgerà il sole di giustizia (Ml 3,20). Dunque: non state sulla difensiva, ci ammonisce il Signore Gesù. Si sa: lo stare sulla difensiva è l’atteggiamento che ci assale tutte le volte in cui sentiamo che qualcosa di noi non è al sicuro. Ma la domanda è d’obbligo: che cosa di noi non è al sicuro? E come mai non lo è? Solo per dei probabili attacchi esterni?
Non c’è da agitarsi, ripete Gesù. Neppure un capello del vostro capo perirà: bella l’immagine di un Dio che custodisce persino i nostri capelli...