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giovedì 24 ottobre 2013

La 'ndrangheta davanti all'altare - C'è chiesa e chiesa...



Nel coraggio dei suoi pastori la gente ritrova il suo coraggio.
don Italo Calabrò


Ma che succede quando è molto più facile seguire il vecchio detto “fa ciò che il prete dice, non ciò che fa”? Cosa succede quando i confini tra Chiesa e ‘ndrangheta diventano così labili da mescolarsi e confondere? Cosa succede se accanto alla Chiesa che resiste, testimoniata quotidianamente da “apostoli” senza targa come don Pino, don Giacomo, don Ennio, c’è un’altra Chiesa, che si volta dall’altra parte?

Queste sono le domande del libro.

Domande partite, per cercare le prime risposte, con il convegno organizzato a Reggio Calabria, il 10 settembre 2012, da sabbiarossa ED e archivio stop’ndrangheta. Il dibattito, intenso e partecipatissimo, ha rotto gli schemi dei non detti proprio in giorni simbolo: quelli dei festeggiamenti della Madonna della Consolazione. Ma non bastava...

C’è la chiesa di don Puglisi, di monsignor Montenegro. E c’è la chiesa che si volta dall’altra parte. C’è la chiesa dei parroci che non celebrano i funerali dei boss e c’è quella dei sacerdoti che nelle aule di giustizia testimoniano a favore dei capicosca. ...
I preti antimafia raramente vengono premiati, non diventano mai Monsignore in Calabria. Il vescovo di Locri, Bregantini, che ai mafiosi disse “vi scomunico perché fate abortire i nostri giovani uccidendo e sparando” venne trasferito”.
Il cuore del problema infatti non è quello che fa la ‘ndrangheta davanti all’altare, perché ne sono piene le pagine di storia e di cronaca, ma è cosa fa, oggi come ieri, la Chiesa davanti alla ‘ndrangheta. Che le mafie abbiano utilizzato la Chiesa è un fatto noto e documentato, la riflessione è come la Chiesa si rapporti di fronte a loro. ...
Il problema non è come la mafia usi la Chiesa ma come la Chiesa si ponga di fronte alla mafia e perché solamente con grandissimo ritardo vi siano state prese di posizione per cosi dire nette o ufficiali. Abbiamo dovuto aspettare il grido di Giovanni Paolo II ad Agrigento nel 1993, dopo le stragi di Falcone e Borsellino”. ...
“La verità è che non siamo di fronte ad un sintomo- ha commentato in chiusura di dibattito padre Felice Scalia- ma di fronte ad una metastasi. Il delitto oggi non è ciò che si fa, ma il fatto che lo si denunci, che lo si dica. I nodi però sono venuti al pettine quando ci siamo accorti che la mafia ha fatto da collettore di voti e la Chiesa ha cercato ed ottenuto corsie preferenziali dalla politica. Questi due mondi si sono incontrati. Papa Giovanni Paolo II è vero, ha detto quelle parole ad Agrigento, ma non ha mai toccato nel suo papato il cuore del problema. Si deve toccare la sete di potere, la corsa al potere, quella lotta per il potere che è ancora presente nella Chiesa. Sappiamo tutti che la Chiesa influisce sulle elezioni e la mafia fa da collettore di voti ed entrambe sono unite nell’anticomunismo. Oggi più che mai abbiamo bisogno di una Chiesa nella quale i mafiosi non si sentano a loro agio” ...

Il servizio del TGR Calabria (andato in onda 16/09/13, realizzato da Antonio Condò) sulla presentazione a Gerace de "La 'ndrangheta davanti all'altare", collana IMPRONTE, sabbiarossa ED, 2013. All'evento del 15 settembre 2013 hanno partecipato, oltre tre dei cinque autori (Paola Bottero, Cristina Riso, Alessandro Russo), il Procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, e da don Giacomo Panizza.
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