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venerdì 5 aprile 2013

"La tradizione tradita" di Silvano Fausti

L'ultima Parola

Silvano Fausti
Gesuita, biblista e scrittore

La tradizione tradita


«Io sono il Dio dei tuoi padri, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe» (leggi Atti 7,1-54)

Stefano racconta ai Giudei la loro storia comune, «radice santa» nella quale anche noi siamo innestati. Come tutti i profeti, ne attualizza il filone rovente: la fedeltà di Dio e le nostre infedeltà. Ricorda le tre figure fondamentali: Abramo, Giuseppe e Mosè. Abramo è il nuovo Adamo, padre di tutti i credenti. In lui è benedetta la sua discendenza e, in questa, ogni popolo della terra. Giuseppe, «ucciso» come Abele da invidia fraterna, ricostruisce la fraternità infranta. Mosè, infine, forma un popolo di fratelli, liberi dalla schiavitù e in cammino verso la promessa. 
Stefano accoglie la tradizione e mostra la continuità e la novità del cristianesimo rispetto al giudaismo: Gesù realizza l’attesa di Israele di un mondo nuovo dove regni fiducia, fraternità e libertà. 
La tradizione non è peso da portare. È albero vivo, il cui frutto maturo è cibo per tutti. L’Antico Testamento fiorisce ed è fecondo in chi lo guarda non come una mummia, ma come il patrimonio di famiglia, sua promessa di vita. Tutto ciò che siamo e abbiamo, ci è consegnato da altri. Tutto è tradizione. Chi la ignora, perde la propria identità. La tradizione, come la vita, non si inventa. C’è già. Ma va indagata e capita per realizzarne le infinite possibilità. Per questo la tradizione non è tutto. Ha senso perché produce un futuro sempre nuovo. Il pulsare del cuore e il ritmo del respiro sono nuovi ogni attimo, altrimenti si è morti.
È l’anno della fede...

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