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giovedì 6 dicembre 2012

Quale futuro per l'infanzia in Italia?

Bambini sempre più fragili e poveri di futuro, esposti a sfide sempre più difficili. Neonati e già con un’ipoteca di 3.500.000 euro di debito pubblico a testa, il più alto d’Europa. Destinati ad essere sempre meno nel prossimo futuro, 15 ogni 100 nel 2030 (-1,5% rispetto ad oggi), con sempre meno peso politico (4% incidenza voto, -0,2%). Con aiuti di poche decine di euro - 25 euro annui la spesa pro-capite dei comuni in servizi per l’infanzia e famiglie in alcune regioni del Sud.

I bambini preziosi, fra pochi anni, «come il petrolio in esaurimento»? Servisse, questa immagine dura e concreta, a muovere un ampio e condiviso pensiero politico. Potrebbe anche essere un modo per ricominciare. Per guardare in avanti e non solo all’attimo presente; per progettare un futuro più umano. E per sperare insieme, e desiderare di continuare una storia, la nostra. Compito che pure spetterebbe a una politica tesa al bene comune, e vera.