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giovedì 30 agosto 2012

«Per tutti» o «per molti?» mons. Bruno Forte interviene nel dibattito sulla formula della consacrazione.

“Per molti” e non “per tutti”, l’invito universale che ognuno è libero di rifiutare
di
Bruno Forte
Arcivescovo di Chieti - Vasto

«Per tutti» o «per molti?». «Equivalenza dinamica» o «equivalenza formale» nell'esercizio della traduzione? «Corrispondenza letterale» o «corrispondenza strutturale» all'originale? Queste antitesi stanno animando il dibattito intorno all'opportunità di modificare la traduzione della formula della consacrazione eucaristica del vino, che nell'attuale versione suona: «Prendete, e bevetene tutti: questo è il calice del mio Sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me». L' espressione dibattuta è quel «per tutti», che - se rende correttamente il senso generale del greco hypér pollôn e del latino pro multis - è tuttavia meno precisa sul piano strettamente esegetico e su quello teologico.

Per approfondire:
“Questo è il mio sangue versato per voi e per tutti”: dice così l’attuale formula della consacrazione del vino in traduzione italiana. I nostri vescovi vorrebbero mantenerla ma il Papa chiede che si adotti una traduzione letterale del testo latino, che ha “pro vobis et pro multis”. Ne è nata una disputa che vede anche altre proposte, in sostituzione dell’attuale “tutti”, che è una traduzione interpretativa: “per la moltitudine”, “per moltitudini”, “per moltitudini immense”.
Il dibattito ha più di quarant’anni e risale alle traduzioni del Messale Romano nelle lingue moderne, all’indomani del Vaticano II. 

La questione del pro multis, sulla quale il Papa si è pronunciato con la lettera del 14 aprile scorso ai vescovi tedeschi, continua a essere approfondita a livello accademico da teologi e liturgisti con contributi sensibili alla riflessione di Benedetto XVI. Tra questi quelli di Francesco Pieri, sacerdote bolognese e docente di liturgia, e di Silvio Barbaglia, presbitero novarese e docente di esegesi dell’Antico e Nuovo Testamento. Il primo ha dedicato all'argomento un libro in uscita per i tipi della Dehoniana Libri (Per una moltitudine. Sulla traduzione delle parole eucaristiche). Il secondo un saggio sulla rivista Fides et Ratio dell’Istituto Superiore di Scienze religiose "Romano Guardini" di Taranto.
In discussione non è in alcun modo l’indicazione pontificia di adottare il pro multis nella liturgia, ma il modo migliore di tradurre l’espressione latina in italiano, dove - come hanno evidenziato autorevoli studiosi e numerosi pastori - dire semplicemente «per molti», dopo decenni di «per tutti», potrebbe anche risultare disorientante. 

Benedetto XVI ha indirizzato all’episcopato tedesco una lettera nella quale si sofferma su una questione riguardante la corretta interpretazione da attribuire alla formula della consacrazione del vino nella Messa. Una questione teologica ma dai profondi risvolti di fede per ogni cristiano, come ribadisce il nostro direttore generale, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per “Octava dies”, il settimanale d’informazione del Centro Televisivo Vaticano