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venerdì 7 settembre 2012

Insegnare in Italia oggi?

... Ciascuno di noi ha una madre, uno zio, una nonna che ha cresciuto intere generazioni e a cui magari, a distanza di anni, gli ex allievi telefonano ancora. La bambina riconoscente che sono stata premeva per raccogliere il testimone, per contribuire a migliorare la società nel modo più incisivo: in mezzo a una fila di banchi disposti a ferro di cavallo.
A questo io ho rinunciato. Ho visto la scuola pubblica smantellata pezzo per pezzo, la ricerca agonizzare, l'università annichilirsi anno dopo anno. E, in parallelo, questo Paese perdere grinta, ambizione, ridursi a una cartolina del passato, in cui la cultura viene messa da parte in favore di non si sa bene quale scorciatoia, quale vicolo cieco. Ho cominciato a registrare la frequenza di certe massime come: «La laurea non serve a niente». A una scuola pubblica peggiore può corrispondere solo un Paese peggiore.
Di insegnanti come quelli che ho avuto - fiduciosi, realizzati - in giro ormai ne vedo ben pochi...
Leggi tutto: L'Italia non è più un Paese per insegnanti

... Il contesto, come si vede, è sconfortante, e fa nascere più di una domanda sulle reali possibilità di guarigione di questo “grande malato”. Eppure, nella stragrande maggioranza i “prof” non si arrendono e si cimentano in una sorta di rivincita personale e professionale più forte di tutte le difficoltà con cui si devono misurare ogni giorno. Secondo un recente sondaggio, il 78% sceglierebbe di nuovo l’insegnamento, con motivazioni che riguardano, nell’ordine, il rapporto con gli studenti, la passione per l’insegnamento, la possibilità di essere creativi, il rapporto con i colleghi. Come dire: gli ostacoli che nessuno può negare, non riescono ad avere la meglio sulla passione per l’educazione, sul desiderio di costruire.
C’è chi rimane convinto che questo sia uno dei mestieri più belli. Perché più di altri ha a che fare con l’umano, con ciò che abita le profondità della mente e del cuore, come confermano le testimonianze che pubblichiamo in questa pagina 
Leggi tutto: La scuola malata e i prof che resistono per passione

Un insulto alla cultura. Quiz “buoni per i cretini”, un “avvilente nozionismo di bassa lega”. E’ rivolta tra i decani della cultura umanistica italiana contro le prove d’accesso al TFA, il tirocinio formativo attivo per l’accesso all’insegnamento le cui prove si sono concluse il 31 luglio scorso. Ventisette professori, da Luciano Canfora a Guido Baldassarri, scrivono al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Perché “’non si possono degradare così la scuola e l’università”. 

Abbandono, dispersione, disagio: un piccolo viaggio nell'istruzione italiana 
Leggi tutto: La scuola del nostro malcontento