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giovedì 14 giugno 2012

Non si dimentichi il Concilio di Francesco Pierli

Non si dimentichi il Concilio
di Francesco Pierli


"...I primi artefici della mia "evangelizzazione" non furono i dogmi di una dottrina, ma gli incontri che ebbi con i genitori, i familiari, i membri della comunità parrocchiale. Del mio vecchio parroco ricordo con affetto non tanto le sue catechesi, quanto il suo stile semplice e gioioso di rapportarsi con la gente, e la sua profonda fede, manifestata sia nelle celebrazioni liturgiche, sia nella sua vicinanza ai poveri, agli ammalati e agli anziani. Quella primordiale trasmissione della fede ebbe una chiara "dimensione donna". Mia madre fu la mia prima evangelizzatrice. Poi vennero le catechiste, certamente preoccupate che imparassi il catechismo, ma soprattutto impegnate a farmi sentire quanto bello e importante era ciò che mi trasmettevano in vista di una vita gioiosa e di comunione con gli altri.


Nella vita adulta ebbi tanti altri evangelizzatori, non solo cattolici, ma anche protestanti, musulmani, perfino atei: tutti costruttori del Regno di Dio nel mondo. Qualche nome: Primo Mazzolari, Lorenzo Milani, Edith Stein, Raimon Panikkar, Martin Luther King, Chiara Lubich, Dietrich Bonhoeffer, Dorothy Day, Thomas Merton, Etty Hillesum, Mahmoud Taha, Mahatma Gandhi... Persone non paurose e titubanti, ma aperte e accoglienti, interpreti di una convinta obbedienza alle rispettive chiese e religioni che non bloccava la loro intelligenza e il loro senso critico ..."

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