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venerdì 11 maggio 2012

I cattolici in politica: "Cattolici e politica (dopo il voto)" di Andrea Tornielli - "Più sussidiarietà (ma quella vera)" di Giorgio Bernardelli

Mi scuserete, se mi permetto anch’io di commentare il voto di domenica scorsa. Sarà vero che i grillini del movimento Cinque stelle non hanno ottenuto il boom sperato, e forse che Pdl non è stato sconfitto come ci si aspettava e in fondo meritava (ha perso le elezioni, però poteva perderle anche peggio!); sarà vero che c’è stato l’astensionismo ma che in fondo potevano astenersi in molti di più… Non potrei immaginare una reazione più lontana dalla realtà di questi commenti “lunari” del giorno dopo. I nostri politici – le stesse facce da dieci, venti, trent’anni – non sembrano aver percepito (o se l’hanno percepito fan finta di niente) la distanza ormai siderale che esiste tra la maggior parte di loro e il Paese reale.
Le furbate sul finanziamento pubblico ai partiti, i tagli ai privilegi che non si fanno, la mancanza di segnali concreti di un cambiamento di rotta, provocano disaffezione, rabbia, astensionismo.
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... Il problema dei cattolici in politica oggi - dice in sostanza Tornielli - è un deficit di visione, un'incapacità di elaborare un progetto complessivo per il Paese e di metterlo in circolo. Perché questo fu il grande contributo che i cattolici, insieme ad altre anime importanti di quel momento storico, seppero proporre nel dopoguerra. Se questo è vero, però, secondo me occorre porsi anche un'altra domanda: perché facciamo così fatica a proporre una sintesi? Per quale motivo il cattolico che milita in questo o nell'altro schieramento tende a enfatizzare i suoi cavalli di battaglia, senza riuscire più a proporre sul serio un'idea complessiva del bene comune?
Io una mia idea ce l'ho. Non credo che sia tanto un problema di persone: ne conosco di degnissime che in questi ultimi anni hanno scelto di mettersi in gioco in politica. Credo però che il limite stia piuttosto in una debolezza di fondo del pensiero cattolico di oggi su uno dei fondamenti del magistero sociale: il principio di sussidiarietà.
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