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giovedì 12 aprile 2012

“Non abbiate paura, io ho vinto il mondo” - La lettera di Pasqua - Riflessione Venerdì Santo - Omelia Messa crismale - di Mons Francesco Montenegro - Arcivescovo di Agrigento

“Non abbiate paura,
 io ho vinto il mondo” 
La lettera di Pasqua 2012,
la Riflessione del Venerdì Santo 
e l' Omelia della S. Messa crismale
di Mons Francesco Montenegro
 Arcivescovo di Agrigento

 Questi testi rivolti alla Diocesi di Agrigento, in realtà, 
possono interessare diverse Diocesi della nostra Italia 


LETTERA DI PASQUA 2012

Il "Pane di vita" per le comunità. il giorno della risurrezione

Ritorna ancora una volta la Pasqua 


“Il giorno del Signore, il giorno della risurrezione, il giorno dei Cristiani, il nostro giorno" (S. Girolamo). 

Il giorno che, come il sole che spunta ogni mattina, riporta luce, risveglia i colori, riscalda i cuori, ridà lena per riprendere e continuare la fatica quotidiana, non appesantita dal buio della notte, ma rischiarata dalla luce che ritempra. Con la Pasqua, il Signore Risorto trasforma in festa la via dell’uomo. Se non fosse così tutto sarebbe inutile e sarebbe impossibile parlare di speranza. Nel nostro vocabolario la parola “buio” è scritta a grandi caratteri, nel linguaggio di Dio invece si distingue la parola “luce”. 

A Pasqua la pietra che sigilla la tomba rotola via, là dove pensiamo che sia stata scritta l’ultima triste parola “morte”, con meraviglia scopriamo che quel luogo diventa culla di una vita nuova e c’è scritta invece, la parola speranza. È questa parola ad illuminarci e la Pasqua ci ridona l’identità della nostra appartenenza al popolo di Dio. 

So che non è facile scrivere ed accettare queste parole, possono sembrare inutile poesia. 

Il mondo cambia velocemente, e quel che preoccupa, è che sembra cambi in peggio. Mai come in questi tempi abbiamo sentito parlare di crisi. Crisi del lavoro, crisi economiche, crisi nelle relazioni personali e nazionali. Paura del futuro, paura del presente, paura degli altri … Potremmo continuare a lungo questa litania negativa. ..."

Leggi il testo integrale:

Il "Pane di vita" per le comunità. il giorno della risurrezione

Riflessione agli Agrigentini al termine della processione del Venerdì Santo

Signore, non ti nascondo che ho qualche difficoltà a ri­volgerti la parola. Siamo in un periodo particolare della vita della città, tra qualche settimana, infatti, si andrà a votare. Stasera, se dovessi parlare con te delle cose della mia città, rischio di essere frain­teso ed accusato di schieramento e di essere uomo di parte. So che c’è chi è attento e cu­rioso di ascoltare quanto dirò per poter tirare le sue conclusioni a riguardo. Ma - e tu lo sai - il mio inte­resse di Ve­scovo non è di collocarmi da una parte o dall’altra, semmai, se da una parte devo stare, - e di questo sono convinto - so di do­ver stare dalla parte della gente. Laddove si cerca il vero bene di tutti io sto sempre da quella parte, qualunque sia lo schieramento che decide. Tradirei Il mio ministero di Vescovo se non aiutassi tutti a volere il bene di questa città. Per evitare equi­voci, perciò, e perché possa restare Tu il protagoni­sta e non io, per la buona pace di chi ha interessi par­ticolari, ti chiedo di illuminare tutti noi cittadini per­ché com­piamo il nostro dovere di elettori con obiettività e re­sponsabi­lità. E di illuminare quanti saranno chiamati ad ammini­strare questa città perché, al di là degli schieramenti, cerchino sempre, davvero e ad ogni costo, il bene comune e, poiché di frantumazione e di fram­mentazione ce n’è tanta, trovino unità di azione in modo che la sto­ria di Agrigento continui ad essere esemplare per il mondo, come lo è stata nell’ antichità, e tutti possiamo guardare al futuro di questa città e del territorio tutto con fidu­ciosa spe­ranza.
Ti abbiamo contemplato, tremante e spaventato, in questo Ve­nerdì Santo nell’orto degli Ulivi, luogo in cui hai vissuto un mo­mento altamente drammatico della tua vita. Il Getsemani segna per Te l’ora decisiva (cf Mc 14,41) in cui il tuo mandato terreno si com­pie e la lotta si fa intensa. Nella tua croce, Gesù, esplode l’ora della violenza del potere delle tene­bre, senza nessuna esclusione di colpi (cf Rm 3,21-26), tuttavia, è nell’orto che si decide la par­tita.

Leggi  il testo integrale:

Riflessione dell'Arcivescovo agli Agrigentini al termine della processione del Venerdì Santo




Omelia - S. Messa Crismale
"...non ci possiamo sentire padroni del nostro sacerdozio, perché ogni sacramento appartiene a Dio. Il sacerdozio lo abbiamo ricevuto in dono da Lui, noi ne siamo attenti e preoccupati custodi. Ci ha chiamati non per offrirci un lavoro, ma per entrare in un rapporto d’ amicizia, anzi nuziale, con noi e chiederci di essere pastori, quelli della guida e della tenerezza, in mezzo al suo popolo. Facendoci suoi ministri il Signore non solo si è affidato a noi, ma ci ha fatti un unico presbiterio, e in quanto tali grande sacramento e strumenti del Suo sogno: fare ed essere famiglia, tra noi e con gli altri. L’autenticità del ministero di ciascuno deve perciò necessariamente fondersi con quello degli altri preti e col ministero del Vescovo. Siamo stati chiamati per continuare, singolarmente ed insieme, la missione di Cristo in questa nostra terra. Ma per realizzare ciò il Signore - lo ribadisco - non ci pensa individui isolati che vivono privatamente la missione della Chiesa, né ci vuole uno accanto all’altro, come quando si sta insieme per caso, o per aver studiato insieme o per operare insieme. Ci vuole comunità, ministri che sono in comunione, anzi sono comunione. … La comunione non nasce dalla necessità di stringere le fila o dall’ urgenza di serrare i ranghi per meglio far fronte al mondo che incalza. La comunione nasce da una ineluttabilità ontologica, non da un calcolo aziendale. Insieme, quindi, per essere … Se no, non è Chiesa. Sarà organizzazione del sacro, consorteria di beneficenza, fabbrica del rito, multinazionale della morale. Ma non Chiesa”. 32). Dice Mons. Bello: Insieme perciò, Vescovo, sacerdoti, diaconi, ministri vari, donne e uomini laici per una Chiesa che è "comunione missionaria" . …"